"Trasferire il Pronto soccorso pediatrico del Cervello? Un rischio enorme"

Pronto soccorso pediatrico: ipotesi trasferimento e proteste

Cimo e comitati consultivi: "No a traslochi o accorpamenti, polo fondamentale per due province". L'azienda preferisce non replicare
PALERMO - CERVELLO
di
4 min di lettura

PALERMO – “Un reparto con 30 mila accessi l’anno, unica alternativa per l’area ovest di Palermo e almeno fino ad Alcamo, non può chiudere o essere trasferito”. Due campane, una sola musica: il Pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Cervello non si tocca, dicono il sindacato Cimo e i comitati consultivi degli ospedali del capoluogo che rappresentano circa 150 associazioni civiche. La loro preoccupazione è nata quando l’assessorato regionale alla Salute ha reso nota l’opzione di un ‘trasloco’ in funzione di una progressiva trasformazione del Cervello in Covid hospital. Trasloco in merito al quale, a loro dire, la direzione strategica aziendale non avrebbe intavolato discussioni né sui motivi né sull’eventuale ricollocazione.

“Oltre i limiti del possibile”

“Rischia di venir meno uno dei due reparti di Pronto soccorso pediatrico di tutta la città – spiega il dottor Rocco Di Lorenzo, coordinatore dei comitati dell’area metropolitana –. Una realtà che a questa città ha dato tantissimo dal punto di vista umano, e che ha brillato più volte come eccellenza. L’altro polo è quello dell’Arnas Civico-Di Cristina, l’ospedale dei bambini. Ora, immaginiamo di avere solo quest’ultimo a disposizione – invita il coordinatore dei comitati – e di dover arrivare fin lì, magari da paesi vicini al Trapanese, col traffico di Palermo e tutte le urgenze che si potrebbero accumulare mentre un bambino sta molto male. Siamo oltre i limiti del possibile, parliamo veramente di un rischio enorme”.

Secondo Di Lorenzo, “l’esperienza ha dato prova che il reparto non può essere preso sottogamba: a marzo era stato chiuso in occasione dell’emergenza Covid, per poi essere riaperto ma con accessi ridotti; ebbene, il risultato è che la riduzione degli accessi si è scontrata con un aumento di emergenze e richieste da parte dell’utenza. Ecco perché i comitati consultivi di Villa Sofia-Cervello, dell’Ismett, dell’Arnas Civico, del Policlinico e dell’Asp 6 di Palermo sono contrari, e chiedono all’assessore Razza tutti gli incontri necessari fra le parti coinvolte per rivedere la decisione”.

Il segretario del sindacato Cimo per l’azienda Villa Sofia-Cervello, Giuseppe Bonsignore, avvisa che “a breve cominceranno a ripresentarsi le patologie stagionali che in genere colpiscono i bambini di tutte le età. A cominciare dal periodo autunnale, per raggiungere l’acme nel periodo invernale. La chiusura del Pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Cervello rappresenterà un problema enorme, con i piccoli pazienti che difficilmente troveranno risposte adeguate ai loro bisogni di salute”.

“Il Di Cristina imploderebbe”

“Era stato preso in considerazione un accorpamento all’altro polo – dice Angelo Collodoro, vicesegretario regionale del Cimo – ma è fuori discussione perché il Di Cristina imploderebbe. Questa via andrebbe abbandonata in maniera chiara e inequivocabile”. Per dare un’idea della dimensione del problema, Collodoro fornisce un dato in possesso del sindacato: “I codici rossi trattati nel reparto del Cervello da luglio a settembre 2020 sono dodici. Parliamo di choc anafilattico, avvelenamento, fratture, ma questi sono solo alcuni esempi. Questi dati non giustificano chiusure o trasferimenti, anzi… A livello percentuale risultano maggiori degli anni precedenti, mentre come numero assoluto sono di poco aumentati o comunque sovrapponibili rispetto al 2017. Un periodo, cioè, in cui nessuno avrebbe mai ipotizzato di smantellare il reparto”.

Il problema distanza con la Pediatria

Bonsignore invece osserva che “nello stesso ospedale insiste una unità operativa di Pediatria che riceve pazienti prevalentemente dal Pronto soccorso pediatrico, con uno spostamento quindi di pochi metri che diventerebbero chilometri nel caso in cui i pazienti arrivassero dal Di Cristina. Con tanti saluti alle patologie a rapida evolutività e a quelle tempo-dipendenti”.

Il passo indietro dopo le osservazioni del dg

Anche Di Lorenzo e le associazioni bocciano la possibilità dell’accorpamento, reputando “non ipotizzabile che l’Ospedale dei Bambini possa gestire tutta l’utenza dei due poli. Ecco perché ha già comunicato all’assessorato alla Salute di non avere né le strutture né il personale per farlo”. Il 25 settembre scorso infatti il direttore generale del Civico-Di Cristina, Roberto Colletti, aveva siglato un accordo di trasferimento temporaneo del reparto con la dirigenza del Cervello; poi però era arrivato il passo indietro, a causa di “obiettive criticità” legate all’operazione segnalate dal manager all’assessore Ruggero Razza.

L’appello dei comitati civici

I comitati civici concludono affermando che “la direzione aziendale dovrebbe opporsi a disattenzione grossolane ed evitarle: il Pronto soccorso pediatrico è parte di un sistema in cui troviamo anche reparti come Neonatologia e Pediatria, e risponde alle esigenze di quel sistema”.

L’azienda preferisce non replicare

Contattata da Live Sicilia, l’azienda Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello ha fatto presente di non voler replicare.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI