Confcommercio: "Sì alla lotta all'evasione, no alle vessazioni"

Confcommercio: “Sì alla lotta all’evasione, no alle vessazioni”

Il commento di Di Dio sul regolamento varato dal Consiglio. Insorge anche la Lega

PALERMO – “Il provvedimento appena approvato dal Consiglio comunale di Palermo cozza palesemente con i principi di ragionevolezza e proporzionalità, ad esempio laddove fissa in soli 1.000 euro la soglia del presunto debito oltre la quale scatta la sospensione delle licenze. Nessuno discute l’importanza e la legittimità della lotta all’evasione fiscale, ma un provvedimento del genere, in questo momento storico, ha l’amaro sapore di una vessazione nei confronti delle migliaia di imprese che sono allo stremo delle forze e che magari, nel 2021, avranno cessato di esistere”. Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio, giudica inopportuno il regolamento anti evasione esitato dal Consiglio comunale che prevede sanzioni, fino al ritiro della licenza commerciale, ai presunti evasori dei tributi locali.

“Ci riserviamo di esaminare attentamente il testo della delibera – aggiunge – non appena sarà pubblicato, ma il provvedimento sembra non riesca a distinguere tra gli evasori e i morosi. Il provvedimento peraltro contiene norme assolutamente sganciate dalla realtà. Dalle istituzioni cittadine, che quasi mai nel recente passato hanno offerto servizi pubblici all’altezza di una comunità civile, ci saremmo aspettati ben altra sensibilità in un momento drammatico. Qual è l’obiettivo? Contribuire a distruggere ulteriormente il tessuto produttivo della città che è il vero motore dell’economia? Dispiace oltretutto che non ci sia stata nemmeno l’accortezza di confrontarsi con le categorie interessate a conferma di un sempre maggiore scollamento tra istituzioni e città reale”.

“È facile prevedere che il regolamento genererà un notevole contenzioso contro il Comune – aggiunge l’avvocato tributarista Alessandro Dagnino, vice presidente di Confcommercio Palermo -. È ormai noto alla scienza finanziaria che le misure draconiane producono scarsi risultati in materia fiscale, perché deteriorano il rapporto di collaborazione e buona fede tra amministrazione e contribuente, finendo per agevolare i più forti e i più facoltosi che possono permettersi di fare ricorso, a discapito degli onesti e dei deboli che si rassegnano a subirle”.
(ANSA).

*Aggiornamento ore 18.37
“Il regolamento varato dal Consiglio comunale, con il quale vengono stabilite come sanzioni per i commercianti e per tutti i destinatari di licenze commerciali rilasciate dal Comune di Palermo, la revoca della licenza in caso in cui indiscriminatamente i titolari di esercizi commerciali siano morosi nei confronti del Comune stesso, per tributi locali, è una sanzione statalista. Una concezione assolutamente vessatoria che in un momento come questo, a fronte di un Governo nazionale che nulla ha fatto nei confronti della categorie produttive e commerciali, non azzerando le cartelle esattoriali, non provvedendo a saldo e stralcio per andare in contro alla popolazione che viene da un’emergenza sanitaria, è inconcepibile. Valuteremo di impugnare questa delibera e in ogni caso la nostra concezione di città e di amministrazione del Comune di Palermo è completamente diversa”. Lo scrive in una nota Stefano Santoro, avvocato penalista, responsabile del dipartimento Giustizia della Lega in Sicilia.

“Il governo nazionale non ha pensato di sostenere le categorie produttive commerciali e artigianali del Paese, attraverso una norma saldo e stralcio che azzerasse o avvicinasse ad una percentuale molto bassa i debiti di tutte queste categorie, proprio in ragione dal blocco economico derivato dalla emergenza sanitaria e dal contagio da Covid 19 – aggiunge Santoro -. Invece cosa hanno fatto? Non hanno sospeso, se non per pochi mesi, hanno rinviato tutto, per cui gli italiani dovranno pagare pur non avendo prodotto, chiudono le ristorazioni, le attività commerciali, i bar, le enoteche e chiedono ancora di pagare i tributi. A Palermo cosa fa l’ultimo dei sindaci, Orlando? Fa approvare dalla sua maggioranza un regolamento vessatorio capestro nei confronti di titolari di licenze commerciali e artigianali che non siano in regola con i tributi locali e minaccia nel caso di verifica della morosità chiamandoli ingiustamente evasori la revoca delle licenze”.

“Pubblicheremo i nomi di chi ha votato questa delibera capestro. Questa è una concezione dell’amministrazione della città a cui noi vorremmo mettere fine ben presto, per fare rinascere la città da tanti punti di vista. Primo fra tutti quello produttivo, turistico, commerciale e artigianale. Questa città merita di tornare a sorridere”, conclude Santoro.

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