Dpcm, Catania e la rabbia: manifestazione senza scontri - Live Sicilia

Dpcm, Catania e la rabbia: manifestazione senza scontri

Le scene di domenica scorsa sotto la Prefettura, stavolta, non si ripetono.

CATANIA – Una piazza eterogenea che si accende a corrente alternata sulle parole “la pandemia c’è” o “non c’è”. Catania. La manifestazione di ristoratori e gestori di palestre, piscine e delle altre categorie costrette a chiudere per le misure di contenimento del Covid, si svolge in maniera pacifica e senza particolari preoccupazioni. LA DIRETTA

Le scene di domenica scorsa sotto la Prefettura, stavolta, non si ripetono. L’eco di due petardi esplosi nella vicina via di Sangiuliano fa temere tuttavia il peggio, ma l’allarme rientra immediatamente. Alla fine, secondo quanto risulta a LiveSicilia, si tratta soltanto del gesto di persone isolate che si sono date immediatamente alla fuga.

Ordine pubblico

I quattro angoli di piazza Università sono presidiati dagli uomini del reparto mobile della Polizia. Alle ore 18.00 tutti i bar della zona, come prevede l’ultimo dpcm del premier Giuseppe Conte, o chiudono i battenti o restano aperti soltanto per l’asporto.

Ai piedi di Palazzo Sangiuliano è montato un piccolo palco dal quale parlano quanti ne fanno richiesta. La scaletta dell’evento è sostanzialmente aperta, tant’è che le voci e le istanze si mescolano anche in maniera contraddittoria. Ai lati sventolano soprattutto le bandiere giallorosse degli indipendentisti di Terra e liberazione. In fondo, invece, ci sono i tricolori di Cervantes, Casa Pound Italia e degli altri attivisti della destra non conforme etnea.

“La vera emergenza è questo governo”, si legge in uno degli striscioni esposti.

Le sigle

Anche il Partito Marxista-Leninista è in piazza. “Il Pmli appoggia le manifestazioni contro il dpcm”, si legge in un volantino. Mentre Luigi Savoca di Italexit è sul palco, il senatore ex pentastellato Mario Michele Giarrusso è uno di coloro che hanno in mano lo striscione del movimento fondato da Gianluigi Paragone. Criticato è invece Orazio Vasta dell’Usb perché decide di non levare la mascherina durante l’intervento.

Le associazioni di categoria

Intanto il cuoco Marcello Santocchini, Giovanni Trimboli e Dario Pistone della Fipe-Confcommercio distribuiscono il documento dal titolo “Questa volta in lockdown andateci voi!”

“I lavoratori del settore in questi mesi, con estremi sacrifici, sono riusciti comunque ad organizzarsi nel rispetto delle norme, con molteplici investimenti e adesso tutto questo non può cadere nel vuoto”, ha detto Salvo Politino di Unimpresa – Assoesercenti.

L’INTERVENTO

“Questo ultimo provvedimento mette in ginocchio l’intera categoria – aggiunge – che ha già pagato a caro prezzo la pandemia. Prima con il lockdown di marzo, poi dovendo adeguare spazi e locali alle normative previste per la prevenzione del contagio. Ed ora vedendo ridotto, in maniera drastica, il proprio orario di lavoro. Chiudere alle 18.00 per un locale pubblico – prosegue Politino – significa, in pratica, subire un nuovo lockdown. Ricordiamo che solo l’annuncio e i timori di una nuova stretta sui pubblici esercizi hanno fatto perdere, nei giorni scorsi, alle nostre imprese il 20% del fatturato. Percentuale che con la chiusura alle 18.00, arriverà al 80% nei prossimi 30 giorni”.

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