"La terza ondata dopo le feste, dobbiamo affidarci al vaccino" - Live Sicilia

“La terza ondata dopo le feste, dobbiamo affidarci al vaccino”

Le ondate della pandemia seguono i comportamenti. Ecco come. Parla l'esperto.
IL COVID IN SICILIA
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PALERMO- “I numeri, anche in Sicilia, indicano che siamo già nella terza ondata. Le ondate sono conseguenza diretta della liberazione dei comportamenti. E’ successo dopo il Ferragosto e sta succedendo adesso, con un periodo minore di allentamento”. Il professore Francesco Vitale, ordinario di Igiene e medicina preventiva all’Università di Palermo e responsabile dell’Uoc (Unità operativa complessa) di Epidemiologia clinica del Policlinico ‘Paolo Giaccone’, è come al solito chiarissimo. E conferma sia la lezione dei numeri del bollettino quotidiano sia le voci che arrivano dagli ospedali. Al pronto soccorso del ‘Cervello’ lo dicono già da un po’ che i segni di una crescita ulteriore dei contagi ci sono tutti.

Danni da feste e cenoni

“Abbiamo visto quello che abbiamo visto – spiega il professore – una diffusa dimenticanza dei comportamenti prudenti che avevano provocato l’abbattimento della curva, i marciapiedi e i negozi stracolmi, le persone in giro e qualcuno avrà organizzato pure il grande cenone di Capodanno. Per fortuna, adesso c’è il vaccino. Dobbiamo essere cauti e aderire alla campagna”.

Come va il vaccino

Sì, ma a che punto siamo con le vaccinazioni che hanno provocato, per i tempi e per le priorità, più di un mormorio e neanche tanto di sottofondo? “Si può sempre fare meglio – dice il professore – ma consideriamo che è un farmaco delicato e che va trattato in un certo modo, con una procedura particolare, con delle preparazioni anch’esse particolari che richiedono cura e calma. Più in là avremo vaccini che potranno essere somministrati con maggiore semplicità, coinvolgendo, per esempio, i medici di base”.

Ospedali a rischio

La terza ondata o seconda bis, poco importa, potrebbe creare difficoltà al nostro sistema sanitario? “Sì – conclude il professore Vitale – può arrivare e riempire di nuovo i reparti e metterci in crisi. La situazione preoccupa proprio per la sostenibilità del sistema sanitario”. Si tratta, pure in questo caso, del nero su bianco che certifica sensazioni presenti in corsia. Le cronache quotidiane, prima dei numeri, ci dicono che c’è già uno stato di sofferenza.

I numeri del bollettino

Il bollettino indica un trend in salita che vede la Sicilia sul podio non invidiabile del Covid. Come abbiamo scritto: tra le regioni che registrano il maggior numero di tamponi positivi nelle 24 ore la situazione peggiore è sempre in Veneto con 3.151, poi Lazio 1.719, Sicilia 1.576, Emilia Romagna 1.506, Lombardia 1.338, Piemonte 1.109, Puglia 1.081, Campania e Friuli Venezia Giulia 688, secondo i dati del ministero della Salute. Nel dettaglio, nell’Isola i 1.576 nuovi positivi al Coronavirus sono stati rilevati su 9.537 tamponi processati. Una percentuale che conferma il rapporto tra comportamenti poco attenti e aumento dei positivi.

E quelli dei vaccini

In Sicilia, dall’avvio della campagna vaccinale anticovid, sono già oltre 18mila le persone che hanno ricevuto il vaccino. Ieri in tutto il territorio regionale sono state complessivamente somministrate 8169 dosi, secondo le informazioni fornite dalla Regione.

Preoccupazione a Palermo e a Catania

Il commissario per l’emergenza Covid a Palermo e provincia, il dottore Renato Costa, ha espresso a LiveSicilia il suo stato d’animo di apprensione: “Sono estremamente preoccupato, ma me l’aspettavo. Dall’otto dicembre è passato il messaggio che le cose andavano meglio, che la seconda ondata era passata… In Sicilia siamo stati protetti dall’ordinanza del presidente Musumeci con una cintura di sicurezza e di tamponi sui rientri. Abbiamo fatto un grande lavoro, trovando pochi positivi. Si tracciano più casi tra chi viaggia in macchina e viene alla Fiera del Mediterraneo, per il drive in. Siamo all’undici per cento dei positivi: un dato, sì, preoccupante”. Anche Catania è in allarme.


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