Luciana Savagnone e l'attacco ai politici corrotti - Live Sicilia

Luciana Savagnone e l’attacco ai politici corrotti

Presidente della sezione di Controllo della Corte dei conti, è deceduta oggi dopo una malattia

PALERMO – Il suo primo intervento pubblico da neo presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti resta negli annali. Era il 2014, all’inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura contabile e Luciana Savagnone, deceduta oggi a Palermo, non le mandò a dire alla politica. Parole durissime le sue, con una schiettezza a cui l’ambiente non era abituato. Ecco il cuore di quel discorso sui politici corrotti, troppo distanti per scelta dalla vita reale e dalle esigenze dei cittadini. Privilegiati che guardano il popolo dall’alto in basso:

“La politica non riesce a dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini, occupandosi prevalentemente di se stessa e, sempre più spesso, sottraendo ricchezza al Paese, depredando nei più diversi modi, ed in questo la realtà supera spesso la fantasia, le risorse pubbliche che dovrebbero essere destinate alla crescita. Se i cittadini più sfortunati e più poveri spesso delinquono perché mossi dal bisogno, nessuna giustificazione può addurre colui che, essendo un rappresentante politico, è un privilegiato. La corruzione della classe politica è dettata allora soltanto da una incontrollata smania di ricchezza e di potere. Essa non solo rappresenta un fenomeno detestabile e biasimevole dal punto di vista morale, ma costituisce una concausa determinante dell’impoverimento dell’intera nazione, per quello di cui ci si appropria ed ancora di più per ciò che, con le risorse sottratte, lo Stato sarebbe stato in grado di fare”.

“Mai successa una cosa del genere”, disse Savagnone nel 2018 quando si accorse che il governo regionale, aveva “sostituito il rendiconto generale della Regione per il 2017, già parificato dai giudici a luglio, con un nuovo testo trasmesso all’Ars per l’approvazione”.Schietta lo fu anche nel febbraio scorso quando, ormai da due anni alla sezione di Controllo della Corte dei Conti, prese carta e penna per scrivere al presidente della Regione. Nello Musumeci, intervistato da La Sicilia, aveva insinuato dubbi sulla correttezza dell’operato di un consigliere della sezione regionale di controllo, il quale non sarebbe “al di sopra di ogni sospetto” per essere stato un ex assessore di una giunta di centrosinistra nel Comune di Palermo. Il riferimento era a Luciano Abbonato. Sullo sfondo la valutazione della Corte sul Defr, il documento contabile della Regione.
Sprechi, gettonopoli, consulenze d’oro, nomine, spese pazze dei gruppi parlamentari all’Ars: nella sua carriera di magistrato Luciana Savagnone si è trovata a giudicare politici e burocrati. “Lo ha sempre fatto con rigore e rispetto”, dice chi ha lavorato al suo fianco e oggi piange la sua morte.


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