Giudice in sciopero della fame sviene in aula a Palermo

Giudice in sciopero della fame sviene in aula a Palermo

Da giorni rivendicano tutele e garanzie di stabilità professionale

PALERMO – È svenuta in udienza uno dei due giudici onorari che da giorni sono in sciopero della fame. Vincenza Gagliardotto ha avvertito il malore in un’aula del nuovo Palazzo di giustizia di Palermo. Sono intervenuti i sanitari del 118. Ora sta meglio, la stanno trasportando in ospedale ma è stato necessario nutrirla subito con una flebo.

Giudici e vice procuratori onorari rivendicano tutele e garanzie di stabilità professionale per una categoria che, “pur non essendo formalmente negli organici della magistratura togata, è diventata indispensabile per far funzionare la giustizia”, affermano. Sono pagare a udienza, senza ferie e riconoscimento dei giorni di malattia.

Vincenza Gagliardotto e la collega Sabrina Argiolas hanno ripreso lo sciopero della fame dopo averlo sospeso per alcuni giorni. Avevano avuto de “contatti istituzionali e politici qualificati per una risoluzione celere e con decretazione d’urgenza della questione della magistratura Onoraria in regime transitorio”.

Non avendo più ricevuto segnali avevano deciso di riprendere la protesta continuando a lavorare andando in udienza. Sono state le due donne palermitane ad aprire la vertenza nazionale.

La Camera Penale di Palermo, “esprime la propria solidarietà e vicinanza alla dottoressa Vincenza Gagliardotto, Giudice onorario del Tribunale di Palermo, la quale ha accusato un malore durante la trattazione delle udienze odierne.
È evidente che il malore è collegato allo sciopero della fame per la sua attività di protesta per i giusti diritti per il riconoscimento di un lavoro legittimo e da regolamentare”.

Solidarietà è stata espressa al magistrato onorario e ai suoi colleghi dall’avvocato penalista Stefano Santoro, responsabile del dipartimento Giustizia della Lega in Sicilia, il quale ha dichiarato: “La situazione in cui versa la Magistratura Onoraria nel nostro paese è paradossale, oltre 5000 magistrati onorari reggono il 50% per cento del carico dei processi nei tribunali, sia come giudicanti che come pubblici ministeri, e nonostante ciò il Governo continua a negare loro lo status di lavoratori, privandolo di un’adeguata retribuzione, dei contributi previdenziali e dell’indennità in caso di malattia, sfruttandoli a cottimo, infischiandosene della recente sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha condannato l’Italia per tali ragioni. Ipocrite le parole del premier Giuseppe Conte pronunciate in Parlamento nel corso della votazione sulla fiducia al governo, con le quali esaltava il primato dell’Italia in campo europeo per il numero delle sentenza emesse, considerato che detto risultato lo si deve soprattutto al lavoro della magistratura onoraria”.


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