“Pd e Forza Italia insieme? Eresia e il partito di Conte è errore storico” - Live Sicilia

“Pd e Forza Italia insieme? Eresia e il partito di Conte è errore storico”

Rubino (area Orfini): “Chiedere il rimpasto a Orlando è uno sbaglio”
PALERMO 2022
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5 min di lettura

PALERMO – “Il Partito Democratico in Sicilia e a Palermo deve ripartire dal centrosinistra e può aprire ai moderati, ma solo con chi rompe preventivamente con Lega e Fratelli d’Italia e quindi anche con Musumeci. I simboli di Pd e Forza Italia insieme? Un’eresia e il partito di Conte per noi sarebbe un errore storico”. Nel dibattito sul futuro del centrosinistra isolano interviene anche Antonio Rubino, componente della segreteria regionale del Pd ma soprattutto punto di riferimento in Sicilia della corrente che fa capo a Matteo Orfini. “A Palermo servono le primarie, altro che rimpasto, e non possiamo essere allo stesso tempo maggioranza e opposizione – dice a Livesicilia – Il Pd deve mettere in campo i suoi nomi da proporre alla coalizione per il futuro sindaco, ma certamente non possiamo candidare chi ha governato negli ultimi dieci anni”.

Si fa un gran parlare del ‘modello Ursula’, tanto a Roma quanto in Sicilia: una coalizione cioè che va dal M5s a Forza Italia, passando per il Pd…
“A Palermo nel 2017 abbiamo dato vita a un accordo fra progressisti e moderati che però era coerente con quello che succedeva a livello regionale e a livello nazionale. Oggi possiamo anche riproporlo, ma partendo da una condizione: dialoghiamo solo con i moderati che rompono nettamente con Musumeci e Salvini. Non si può essere sovranisti in Sicilia e moderati a Palermo, giocando coi due forni”.

Quindi sì al dialogo con i moderati?
“Possiamo interloquire se prima arriva una rottura netta con i sovranisti, Micciché recentemente ha invece ricevuto Salvini con gli onori di un capo politico. Il Pd deve mantenere saldi i suoi valori, non possiamo accettare una amalgama indistinta che durerebbe da Natale a Santo Stefano”.

Andando al concreto: potete ancora dialogare con Italia Viva?
“A Roma stanno sbagliando e anche gravemente, ma  considero un errore chiudere preventivamente ogni dialogo in Sicilia e a Palermo proprio perché coprono uno spazio moderato ma alternativo al governo Musumeci”.

E Forza Italia?
“Pensare che il simbolo del Pd possa stare accanto a quello di Forza Italia è una bestemmia, un’ eresia politica”.

In Sicilia ci sono grandi manovre anche sul partito di Conte, si parla di un attivismo di molti centristi come Totò Cardinale…
“Il Pd farebbe un errore storico se consentisse la nascita del partito di Conte che, voglio ricordarlo, è stato indicato da Zingaretti quale punto di equilibrio che consente l’alleanza giallorossa. Il premier non può assumere lo status di leader di partito, la sua discesa in campo rischierebbe di danneggiare il Pd ma anche il M5s creado, al massimo, solo un rimescolamento di voti senza portare nulla di nuovo. Una delle condizioni che dobbiamo porre per continuare l’esperienza Conte è che lui non scenda nell’agone politico, perché non sarebbe più un soggetto terzo ma il rappresentante di una forza politica. In caso contrario, ognuno dovrebbe fare le sue valutazioni”.

Ma Conte non è proprio terzo, viene dal M5s…
“Ma non era Luigi Di Maio, non era un dirigente pentastellato”.

Però il viceministro Cancelleri a Livesicilia non chiude a un partito di Conte…
“Ho visto tanti partiti nati sulla scorta dei sondaggi poi rivelarsi inconsistenti alle elezioni,  penso a quello di Mario Monti di cui nessuno si ricorda più. Oggi più che mai lo spazio politico per esprimenti personalistici si va assottigliando sempre di più, specie se diventano contenitori indistinti con tutto e il contrario di tutto”.

Va bene, niente partito di Conte. E il Pd quindi che deve fare in Sicilia?
“Il Pd sta facendo un’opposizione senza sconti a Musumeci, ma la questione Sicilia 2022 va aperta rapidamente come quella di Palermo 2022. Serve un doppio sforzo: nell’ambito della candidatura a Presidente della Regione e come rappresentanza del Pd. Dobbiamo profondamente rinnovare la classe dirigente del nostro partito, essere in grado di produrre una novità in Sicilia”.

Ma con quale coalizione?
“La stessa che vedo a Palermo e in altre città, visto che si potrebbe votare anche a Catania. Uniamo le forze che politicamente stanno facendo un percorso insieme e apriamo a eventuali forze moderate che non hanno nulla a che spartire con Musumeci e Salvini”.

E il grande centro?
“E’ animato da un assessore di Musumeci come Lagalla, quindi al momento niente da fare”.

Lagalla è anche indicato da molti come possibile candidato sindaco di Palermo…
“Su Palermo il Pd deve immediatamente promuovere le primarie non solo in termini selettivi ma soprattutto in termini partecipativi, sono un richiamo al popolo del centrosinistra”.

Ma a Palermo il Pd è con Orlando?
“Ecco, la vera questione non è tanto cosa facciamo dopo ma cosa facciamo adesso. Il Pd a Palermo è maggioranza e opposizione allo stesso tempo, capisco siano temi scomodi ma bisogna affrontarli. Nel 2017 abbiamo fatto un patto politico col sindaco di Palermo il cui obiettivo era costruire le condizioni per completare il lavoro importante fatto in questi anni, facendo di questa sindacatura, per usare le parole proprio di Orlando,  primarie per la futura classe dirigente di Palermo, primarie permanenti. Oggi vedo un’amministrazione stanca e il Pd deve interrogarsi sul rapporto da avere con questa amministrazione: se il sindaco pensa di governare quasi di nascosto, il Pd può solo augurare a lui buon lavoro e buona fortuna ai palermitani”.

Quindi niente rimpasto…
“Chiedere il rimpasto è un errore grave di grammatica politica. Il tema non è la poltrona in giunta, ma se la situazione deve restare questa o meno. Se Orlando non è interessato al 2022, noi dobbiamo lavorare giorno e notte per il futuro della città; se invece vuole aiutarci a costruire il dopo, allora chiediamo subito un incontro col sindaco e guardiamoci negli occhi. Ma partecipare a riunioni di maggioranza sul marciapiede rotto o sulla lampadina da sostituire non è il modo giusto di affrontare il problema, semmai il contrario”.

A destra fioccano i nomi di possibili candidato sindaci, a sinistra per ora pochi…
“E’ un tema che c’è e ci sono anche delle responsabilità: un candidato sindaco non si improvvisa, si costruisce. Ma conoscendo bene la città e le forze politiche, credo che ci siano personalità che possano guidare una coalizione, anche se molto dipenderà dal tipo di coalizione, ma non può essere una scelta unilaterale. Detto questo, il Pd deve mettere in campo subito una proposta anche di uno o più candidati a sindaco da mettere a disposizione della coalizione. Ma partendo da un presupposto”.

Quale?
“Niente lotte intestine al centrosinistra, rinnovamento discontinuità: non possiamo candidare chi ha governato dieci anni con Orlando perché finiremmo col proporre sempre la solita minestra”.

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