Il pasticcio del rendiconto, l'ira di Musumeci sui dirigenti - Live Sicilia

Il pasticcio del rendiconto, l’ira di Musumeci sui dirigenti

Il documento ritirato dopo le osservazioni della Corte dei conti. La lettera riservata del governatore.

All’Economia assicurano che lo scivolone su rendiconto è solo una mera questione cartolare. “Un mero dato formale – spiegano in via Notarbartolo – che non determina alcun aggravio economico o finanziario, che tuttavia ai fini dell’ordinata tenuta delle scritture contabili impone un intervento correttivo”. Ma il passo falso davanti alla Corte dei Conti non è stato certo apprezzato dal presidente Nello Musumeci. Che ha scritto una riservata di fuoco, con data 27 gennaio, in cui sostanzialmente sembra chiedersi la testa dei dirigenti responsabili dell’errore. Maturato in un paio di dipartimenti.

Ritirato in autotutela

Il rendiconto 2019 della Regione è stato ritirato in questi giorni e sarà riesaminato in autotutela, su proposta della Ragioneria generale. Il governo Musumeci ha deciso in questo senso in quanto nel documento sono emersi alcuni residui attivi, riferiti al 2016 e 2017 e in particolare agli assessorati all’Istruzione e formazione professionale e all’Infrastrutture e mobilità, non tempestivamente cancellati. Cioè soldi non spesi che andavano cancellati e poi reinseriti nell’esercizio seguente. “Apportante le conseguenti rettifiche, il governo procederà alla nuova approvazione dello strumento contabile da sottoporre alla Corte de conti per la definizione del giudizio di parifica”, hanno spiegato in settimana dall’assessorato regionale all’Economia guidato da Gaetano Armao.

Le cifre degli errori

L’errore, a quanto si apprende, riguarda circa 230 milioni di residui attivi non cancellati della Formazione e circa 35 delle Infrastrutture. Solo un fatto cartolare che necessita una correzione e che nulla incide sul percorso del nuovo bilancio che la giunta dovrebbe approvare, sulla base dei patti siglati col governo Conte, entro fine febbraio con tanto di tagli che giustificheranno lo spalmamento del rientro dal disavanzo (1,7 miliardi spalmati in dieci anni).

Una lettera di fuoco

Ma il ritiro del rendiconto, approvato dalla giunta nello scorso agosto, è un fatto che “assume rilievo sia sul piano amministrativo che politico”, scrive in una lettera di fuoco Musumeci ai suoi assessori. Per il governatore “appare indispensabile accertare le responsabilità in capo ai dirigenti generali ed ai relativi dipartimenti che hanno contribuito a determinare la necessità del ritiro”. Chi ha sbagliato deve pagare, dice in soldoni il governatore, che non vuole fare sconti ai superburocrati dopo “le osservazioni mosse dalla Sezione di controllo della Corte dei conti”. Le irregolarità notate dai giudici contabili sembrano dovute, scrive il presidente, “il mancato rispetto dei principi contabili” del decreto legislativo 118 del 2011 “e non possono pertanto essere attribuite a meri errori materiali, comunque non giustificabili alla luce delle conseguenze prodotte”.

“Contestare gli addebiti”

Musumeci chiede una relazione dettagliata sulle responsabilità all’interno della burocrazia “al fine di procedere alla formale contestazione degli addebiti”, di cui si dovrà tenere conto nella valutazione dei dirigenti.

Slitta l’udienza

Intanto, potrebbe slittare nuovamente la data dell’udienza di parifica, da parte delle sezioni riunite della Corte dei Conti, del rendiconto della Regione siciliana, appena fissata al 27 febbraio. Infatti, alla luce della delibera della giunta Musumeci che ha deciso di modificare il rendiconto dopo le osservazioni mosse nei giorni scorsi dalla Procura contabile su una partita di residui attivi, è probabile che l’udienza venga rinviata ancora una volta  dopo che la data del 29 gennaio era stata annullata in precedenza.


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