Palermo, il pizzo imposto sulla vendita dei panini con la milza

Palermo, il pizzo imposto sulla vendita dei panini con la milza

Cosa ha svelato l'ultimo blitz dei carabinieri allo Zen

PALERMO – Subito da tanti, denunciato da pochi. Il pizzo è una regola mafiosa. C’è chi si ribella al racket, come è emerso nell’ultimo blitz dei carabinieri che ha colpito il mandamento mafioso di Tommaso Natale, e c’è chi continua a subire l’angheria mafiosa.

Come è accaduto a un venditore di panini con la milza allo Zen. In certi quartieri, dove il contatto con gli esattori è quotidiano e dunque più condizionante, la denuncia del pizzo diventa ancora più difficile.

Il 2 aprile 2020, Francesco L’Abbate, che dello Zen sarebbe stato il capofamiglia assieme a Giuseppe Cusimano, raccontava a un uomo non identificato del pizzo imposto a un ambulante. Doveva esserci stata una festa quel giorno allo Zen: “Ci siamo infilati là dentro e ci siamo mangiati il pane con la milza… abbiamo fatto qualche trecento pani con la milza… e ci siamo scialati”.

Quindi la richiesta estorsiva: “… dice dammi… io onestamente… portaglieli a Giuseppe… li ha contati dice… portaglieli a Giuseppe e glieli dai… glieli ho scippati dalle mani”.

Ci aveva guadagnato l’ambulante e dovettero guadagnarci anche i mafiosi con il pizzo.


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