“Governo Draghi un disastro, ma nessun effetto su Palermo 2022” - Live Sicilia

“Governo Draghi un disastro, ma nessun effetto su Palermo 2022”

Giusto Catania: “Entro il 2022 Prg, Pums e la gara per il tram”

PALERMO – “Il Governo Draghi è l’esaltazione della post-democrazia, sorretto da una coalizione ‘Frankenstein’ che però non si replicherà a Palermo nel 2022: a sinistra del Pd c’è un grande spazio che va riempito di proposte ed idee per assicurare la continuità delle scelte fatte dal 2012 a oggi”. Parola di Giusto Catania, assessore all’Urbanistica e  Mobilità del comune di Palermo, ex parlamentare europeo ma soprattutto punto di riferimento in città di quella sinistra di governo che da quasi dieci anni partecipa alle giunte di Leoluca Orlando, ma che adesso deve fare i conti con il prossimo appuntamento elettorale e con uno scenario politico messo in subbuglio dai nuovi assetti romani. “Piano regolatore, Pums e linee del tram sono gli obiettivi da completare prima delle elezioni – spiega  a Livesicilia – Ce la faremo solo se ci sarà la volontà politica”.

A lei il Governo Draghi non piace… 
“E’ un disastro, è l’ostentazione di un modello post-democratico, il concentrato delle culture politiche che in questi anni hanno distrutto il Paese: il neoliberismo espressione delle scelte della Bce, la tecnocrazia e il populismo nazionalista di Salvini. In tempo di pandemia servirebbe, invece, chiarezza politica: un grande investimento pubblico su salute, istruzione e lavoro, non ricette ambigue e contraddittorie che, evidentemente,  emergeranno da un quadro politico così eterogeneo”.

Però ne fanno parte anche il Partito Democratico, il M5s e una parte di Leu che sono comunque vostri alleati a livello locale…
“Ma la cultura egemone è un’altra e per capirlo basta guardare ai ministeri chiave, cioè quelli che devono orientare la spesa del Recovery Fund: sono tutti in mano a forme di tecnocrazia iperliberista, espressione di Draghi. Del resto questo è un Governo nato con un solo obiettivo: orientare i 200 miliardi che arriveranno in Italia nei prossimi anni. Prendiamo ad esempio il ministero dell’innovazione o quello per la Transizione ecologica: la conversione puoi farla con la decrescita, riconnettendo la giustizia sociale con la tutela dell’ambiente, oppure mettendo tutto nelle mani delle imprese e visto che il neo ministro non è Jeremy Rifkin ma Roberto Cingolani… la linea mi sembra abbastanza evidente. Poi ci sono gli altri ministeri, quelli capaci di incidere sulle scelte strategiche come il Sud o la Pubblica amministrazione, che invece sono andati a Forza Italia. 

E il Pd e il M5s?
“Questo non è un Governo tecnico, è un Governo di unità nazionale che per definizione è sempre politico e che pende solo da una parte. Siamo di fronte a un esecutivo caratterizzato dalle culture di destra e che ha come unica opposizione la destra della Meloni: insomma, la destra fa da sola governo e opposizione. Per questo c’era la necessità di un’opposizione anche di sinistra che tenesse alta l’attenzione su alcune battaglie, che offrisse un punto di vista diverso. E lo dice uno che si è sempre posto, da sinistra, il tema del governo e che ha sempre pensato che la sinistra debba fare i conti con le scelte di governo. Qui rischiamo che si acuiscano due tendenze che per la sinistra sono devastanti: quella del settarismo e quella del governo a tutti i costi, perché incapaci di stare all’opposizione”.

Però tra qualche mese ci saranno le Amministrative…
“Certo, c’è il rischio di un effetto a cascata anche a livello locale ma non lo vedo molto concreto, nemmeno a Palermo”.

Quindi niente coalizione Draghi per il 2022?
“Io penso che questo Governo pianificherà il Recovery e poi cadrà con l’elezione di Draghi a Presidente della Repubblica, lasciando spazio ad un governo del Presidente che porterà il Paese alle elezioni. Nel frattempo però ci sarà un passaggio importantissimo: le Amministrative nelle principali città italiane, in primavera o in autunno come sembra più probabile si voterà a Roma, Milano, Napoli, Torino, Trieste, Bologna ed è ovvio che non si potrà riproporre lo schema nazionale. Questo passaggio intermedio sarà decisivo per i futuri assetti politici e fa della coalizione ‘Frankenstein’ una scelta destinata a non durare, ecco perché penso che a Palermo ci misureremo con schemi più classici, anche perché dopo qualche mese si voterà per le elezioni regionali”.

Ma non sarà complicato costruire una coalizione nel 2022 con chi oggi sostiene Draghi?
“Ma noi siamo già al governo della città col Pd e, voglio ricordarlo, proprio Sinistra Comune ha posto per prima il tema dell’ingresso in coalizione del M5s. Già nel 2017 abbiamo votato Forello vicepresidente del consiglio e, quando i grillini hanno rotto con la Lega, abbiamo aperto a un’alleanza. A Palermo semmai il punto è un altro: servirà continuità programmatica e un candidato sindaco in grado di garantire questa visione, visto che Orlando non è ricandidabile”.

Cosa significa continuità programmatica?
“Che la prossima amministrazione comunale dovrà confermare e rafforzare le scelte strategiche compiute dal 2012 a oggi: una città che cambia, che investe sulla salvaguardia del territorio e dell’ambiente, su mobilità sostenibile e ciclabilità, sulla conversione ecologica e la salvaguardia del carattere pubblico dei servizi locali, sulla tutela dei più deboli, accoglienza e partecipazione. Su tutto questo non si può tornare indietro. Ovviamente servirà una sforzo per trovare un candidato sindaco all’altezza di questa sfida, mettendo insieme energie che condividano questa visione”.

Va bene il M5s, ma Italia Viva?
“Non è un problema nostro. Per me la cosa fondamentale è avere uno spazio riconoscibile della sinistra: a Palermo dal 2012 c’è una sinistra che ha dimostrato di saper governare facendo scelte difficili e coraggiose. Sinistra comune è un esperimento politico riuscito, unico in tutte le grandi città italiane, e riteniamo che questo sia un patrimonio necessario per allargare il campo a sinistra del Pd guardando a Leu, a Potere al popolo, alla Sinistra delle Idee e a un pezzo di civismo che senza Orlando dovrà riconoscersi dentro un progetto”.

Ma non siete già in ritardo?
“No, perché il governo del futuro si costruisce adesso, con le attuali scelte di governo, altrimenti come si garantisce la continuità? Io sono impegnato su tre fronti che da qui a poco si definiranno: il nuovo Piano regolatore, il Piano urbano di mobilità sostenibile e il completamento delle linee del tram. Tre grandi scelte che arrivano a compimento, fondamentali per il governo del futuro e per realizzare la Palermo del 2030”.

Pensa di poter approvare Prg e Pums in poco più di un anno?
“Il Prg sarà all’ordine del giorno del consiglio comunale nel giro di qualche settimana, il Pums è in fase di valutazione ambientale strategica alla Regione, per il tram  si stanno definendo le procedura per avviare la gara. Sono fiducioso, ma serve la volontà politica e tanta determinazione”.

Sul Pums ci sono state molte polemiche…
“Polemiche surreali. Siamo in un momento in cui si cerca spazio e visibilità pre-elettorale e in questo slancio capita di prendere qualche abbaglio. Col Pums siamo alla prima fase dell’attività di valutazione ambientale strategica in cui Regione e Comune concordano la documentazione da allegare al rapporto ambientale. Stiamo predisponendo il rapporto ambientale, non c’è nulla di straordinario, peraltro abbiamo già tutto e non dobbiamo inventarci niente”.

E il tram?
“Entro il 2021 dobbiamo andare in gara per individuare il contraente delle linee A, B e C ed entro il 2022 dovremo fare lo stesso per le altre linee, ossia D, E2, F e G per le quali la ministra De Micheli ha firmato il decreto da 481 milioni. Definiremo il percorso in modo da rispettare le scadenze, si tratta di un processo ormai irreversibile”.

Il comune di Palermo aveva presentato un suo piano per il Recovery Plan: tutto da rivedere?
“Mi sembra evidente che il nuovo Governo abbia deciso di accentrare la programmazione del Recovery, consegnando le leve del comando al ministero dell’Economia. Si aprirà una discussione nelle prossime settimane per capire come si evolverà la situazione, ma le nostre proposte progettuali sono serie e interessanti e il Governo dovrà tenerne conto”.


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