PALERMO – La Procura della Repubblica di Palermo chiede il commissariamento giudiziale dell’Amap, la società che gestisce il servizio idrico in città per una serie di reati ambientali.
C’è un’inchiesta, coordinata dai pubblici ministeri Andrea Fusco e Bruno Brucoli, che vede indagati Maria Concetta Prestigiacomo (ex presidente e assessore del Comune di Palermo alle Opere pubbliche), Alessandro Di Martino (attuale amministratore unico di Amap), i dipendenti Angelo Siragusa, Adriana Melazzo, Dorotea Vitale e l’Amap spa.
I reati contestati sono inquinamento ambientale, frode nelle pubbliche forniture e traffico illecito di rifiuti. Sarebbero emerse delle irregolarità nella gestione dei fanghi di depurazione nella borgata di Acqua dei Corsari, a Palermo, Balestrate, Carini e Trappeto. Si sono creati cumuli di fanghi non smaltiti al termine del trattamento delle acque reflue. Di più al momento non emerge.
L’udienza è fissata per il primo aprile davanti al giudice per le indagini preliminari Piergiorgio Morosini. Sarà il gip a decidere se l’azienda merita di passare in amministrazione straordinaria. La richiesta dei pm è del 12 febbraio scorso.
Il commissariamento è alternativo alla misura interdittiva, non potendo bloccare i servizi essenziali.
“Le anomalie riscontrate riguardano esclusivamente il settore della depurazione – spiega il legale di Di Martino e Prestigiacomo, l’avvocato Marco Martorana -, Amap contesta altresì gli addebiti ed evidenzia che i lavori già effettuati e quelli programmati hanno posto fine a una situazione emergenziale e contingente”.
L’Amap fa sapere in una nota di essere “pronta a fornire alla magistratura tutti i chiarimenti per dimostrare la propria correttezza nello svolgimento in un servizio pubblico essenziale qual è il servizio idrico integrato. Questo impegno preciso dalla società avviene quotidianamente gestendo i necessari interventi al di fuori di ogni logica di profitto ed in modo orientato alla salvaguardia dell’ambiente aggredendo diffusa dannose criticità infrastrutturali”.