Palermo verso la zona gialla, i ristoratori: "No al coprifuoco" - Live Sicilia

Palermo verso la zona gialla, i ristoratori: “No al coprifuoco”

Da lunedì la Sicilia dovrebbe cambiare colore di rischio. Ma molti operatori criticano il "tutti a casa" alle 22 o alle 23

PALERMO – La Sicilia corre verso la zona gialla che, salvo sorprese, dovrebbe essere in vigore da lunedì 17 maggio. Con questo allentamento delle misure si potrà tornare ad una vita quasi “normale”. Infatti si potrà cenare al ristorante all’aperto, mangiare una pizza, in attesa di nuovi alleggerimenti delle misure anti Covid come andare a spettacoli o ad eventi sportivi.

I palermitani e i siciliani in genere attendono in maniera spasmodica l’ufficializzazione della zona gialla da parte del Governo, così come l’attendono le attività economiche che potranno riaprire. La maggioranza delle attività che torneranno operative, però, avranno ancora delle difficoltà da superare. Questo perché per accogliere i clienti sarà necessario disporre di spazi all’aperto che spesso ricadono su suolo pubblico. Ma a Palermo solo 3 su 10 hanno a disposizione spazi all’aperto e chi non ha questa possibilità ha già inoltrato la richiesta agli uffici comunali che sono presi d’assalto dalle istanze a cui però non possono essere date risposte in tempi brevi per via di una querelle amministrativa in corso tra Comune e Amat che gestisce le zone blu.

Le difficoltà maggiori saranno per chi non rischia di non rialzare la saracinesca che, come denunciato dal presidente regionale di Confcommercio Gianluca Manenti, in sciopero dalla fame da sette giorni, saranno circa 40 mila in tutta la Regione. Queste attività hanno già avanzato richieste contributi a fondo perduto e misure a sostengo della liquidità. In sciopero anche Dario Pistorio, presidente regionale di Fipe Confcommercio che sviscera dei dati: “In tutta la Sicilia lunedì non potrà ripartire il 40 per cento tra pub, bar e ristoranti”.

Le attività già cessate, secondo un report di UnionCamere Sicilia, sono state ben 5mila 815, di contro ci sono state 6.975 nuove aperture, quindi con un saldo di 1160. I dati, però, non fanno dormire sonni tranquilli al presidente di UnionCamere Sicilia Giuseppe Pace: “Sono timidi e parziali segnali – spiega –, certamente registriamo con favore il saldo positivo di questo primo trimestre, ma sappiamo tutti la bufera che ha investito la Sicilia, ma l’Italia in generale, con l’emergenza legata alla pandemia e con questi ristori del governo nazionale che non arrivano. L’emergenza sanitaria – aggiunge Pace – non è ancora cessata, mentre le nostre aziende, soprattutto quelle legate al turismo e alla ristorazione, stanno vivendo un inferno. I numeri positivi non devono ingannarci perché la situazione è davvero più che preoccupante”.

Tra i settore che devono ancora attendere ci sono le discoteche, che non hanno date certe e sperano di poter ritornare operativi per il periodo estivo.

Tra chi si prepara a riaprire a Palermo c’è il Berlin di Alfonso Zambito, situato in via La Lumia, zona sempre presa d’assalto da auto e moto che impediscono di sfruttare il suolo pubblico per posizionare i tavolini: “Avendo l’impossibilità di sfruttare posti al coperto abbiamo chiesto di andare in deroga per superare le problematiche e le criticità che ancora esistono in virtù del suolo pubblico. Il resto d’Italia è organizzato con il 50% e delle volte anche al 100%, ma noi siamo fermi al rinnovo delle concessioni triennali e di alcune falle che presenta il vecchio regolamento per il godimento dell’altro 50%. Ci aspettiamo una immediata deroga da parte del Governo regionale o dall’amministrazione comunale, perché ripartire senza il suolo pubblico sarà impossibile”. Il locale gestito da Zambito è un pub che, solitamente, accoglie i clienti dalle 22 in poi. Orario che, con il coprifuoco, non lo aiuta a riaprire: “Ci aspettiamo che venga spostato alle 24 per dare ai ristoratori la possibilità di effettuare i classici due turni; non dimentichiamo che ci stiamo avvicinando al periodo estivo e i tempi di prolungano”.

Uno degli operatori del settore che ha avanzato la richiesta per il suolo pubblico è Diego Bosignore, titolare di Vinoverso, che è molto critico: “Parlare di riapertura è molto complesso. Da parte del Governo si parla di riaperture, ma è solo a livello terminologico perché, di fatto, non stanno facendo nulla. Non è stata semplificata la concessione del suolo pubblico e la mia è in attesa da un anno”. In questo modo la possibilità di accogliere i clienti per Vinoverso sarà molto difficile: “Mantenendo il distanziamento che hanno imposto io potrà accogliere venti clienti, non avendo lo spazio esterno per me sarà un problema”. Bonsignore è critico anche nei confronti delle regole per il coprifuoco: “Associare una pandemia a degli orari mi sembra ridicolo. Vorrei capire questa mente malvagia che ha stabilito questi orari. Andiamo incontro all’estate e dobbiamo avviare la stagione turistica, ma come si fa a riprogrammare le aperture avendo bloccati gli orari, nella migliore delle ipotesi, alle 23?. Mi sembra una cosa ridicola. La nostra pazienza è stata raggiunta, siamo arrivati agli sgoccioli. Affronteremo come spettatori di vedere questo cadavere che passa nel fiume“.

Quello a cui noi andiamo incontro è qualcosa di incredibile – dichiara Virginia Derelitto titolare di Insta Food -, noi stiamo cercando di riaprire i nostri locali, di fare tutto il possibile e ci stiamo rimettendo in gioco. Speriamo di arrivare alla zona gialla il prima possibile in Sicilia e che possa essere mantenuta. Non abbiamo la forza di rialzarci dopo tutto quello che abbiamo passato. Chiediamo alle istituzioni locali e nazionali degli alleanti perché le nostre imprese possano risollevarci, che i nostri dipendenti possano rientrare e di riprendere la situazione in mano perché così non abbiamo più dove andare. Le riaperture implicano dei costi, quindi aprire e chiudere un ristorante non è come accedere e spegnere una lampadina. Una nuova chiusura nel mese di settembre o ottobre sarebbe catastrofica”. La signora Derelitto spera anche che venga tolto il coprifuoco: “Confidiamo venga tolto perché non vediamo alcuna differenza tra chi finisce di cenare alle 22 o alle 24”.

Attende di poter riaprire anche il ristorante 161 di via della Libertà che potrà accogliere i clienti nello spazio esterno: “Noi siamo pronti – dichiara il direttore Giuseppe Scordato -, possiamo accogliere 140 persone tra interno ed esterno. Stiamo già ordinando la merce e provvedendo alle pulizie del locale. Aspettiamo solamente il via libera”. Il 161, però, fino all’1′ giugno, così come tutti gli altri locali, non potrà far accomodare i clienti all’interno: “Fortunatamente abbiamo lo spazio esterno, cosa che a Palermo non tutti hanno”. Per Scordato il passaggio dalle 22 alle 23 del coprifuoco è una buona cosa: “Purtroppo siamo arrivati ad accontentarci; si passa delle 22 alle 23 ed è già un grande passo, speriamo si possa arrivare il prima possibile alle 24 perché la nostra attività è un lounge bar e con il secondo e terzo turno serviamo cocktail. Per noi è molto importante anche il dopo cena. Stiamo con la speranza che tutti tornino al proprio posto di lavoro”. L’augurio del direttore dell’161 è uno solo: “Vedo scene in tutta Italia con tifosi che si ammassano e spiagge piene, ma c’è bisogno del buon senso delle persone nel rispettare le regole, così come faremo noi posizionano i tavoli a distanza”.

Ci stiamo preparando, si sta preparando tutto il settore perché c’è voglia di ripartire e ricominciare. Noi – dichiara Antonio Cottone de La Braciera – abbiamo già cominciato con le pulizie del locale, ma la cosa bella è che riceviamo tante telefonate per le prenotazioni con qualcuno che, forse, informato male pensava fossimo operativi già questa settimana. Da martedì riapriremo, non ancora all’interno perché sarà possibile solo dall’1 giugno. La cosa più importante – continua Cottone – è che venga tolto questo maledetto coprifuoco che ci permetterà, se non viene quantomeno prolungato fino a mezzanotte, di gestire meglio la turnazione. Non è comprensibile alle 23, l’ideale sarebbe le 24 che ci permetterebbe di lavorare in tranquillità”. La Braciera ha nella sua sede storica un locale al chiuso che, però, al momento resterà chiusa: “Abbiamo stabilito – conclude Cottone – insieme ai miei fratelli di tenerla chiusa al momento. Riapriremo a settembre o ottobre con la speranza che ci si sia liberati di tutto questo”.

Ad accogliere i suoi clienti è pronto anche Gioele Errea, titolare de I Corrieri: “Se da lunedì si tornerà in zona gialla apriremo senza problemi. Aspettiamo solo che sia ufficiale per acquistare la merce e lunedì, dal primo momento possibile, apriremo. Fortunatamente il nostro locale ha uno spazio esterno ampio, quindi andremo a perdere sicuramente qualcosa ma non più di tanto. Non poter utilizzare lo spazio interno penalizza tutti e noi molti tavoli li andremo a perdere, ma per il momento va bene così. Speriamo di poter aprire che è già una cosa importante”. Sullo coprifuoco Errea ha un suo pensiero: “Non trovo ragione di mantenere il coprifuoco. È una cosa che ci penalizza in maniera abbastanza forte. Spostarlo alle 23 sarebbe sicuramente meglio, ma ci penalizza molto”. “I dipendenti hanno sofferto tanto quanto noi le chiusure e certeremo nel limite del possibile di richiamarli tutti. Stiamo provando ad aprire anche a pranzo nel fine settimana per richiamare veramente tutti. Un’altra chiusura – conclude il titolare de I Corrieri – sarebbe veramente devastante”.


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