PALERMO – Un ritorno in zona gialla atteso 65 giorni per la Sicilia. L’ultima volta che avvenne questo passaggio fu lo scorso 15 febbraio, ma non durò molto perché con il passare dei giorni alcune provincie cominciarono a passare in zona rossa. Le prime furono San Giuseppe Jato e San Cipirrello dopo soli sette sette giorni. Questo perché, con l’allentamento delle misure restrittive la circolazione è ripresa, così come i contatti tra i cittadini.
Nelle settimane successive altre province della città di Palermo, ma non solo, sono sprofondate nella zona rossa. Tra queste anche Portopaolo di Capo Passero e Raffadali. La Regione Siciliana vista la situazione aveva cominciato a drizzare maggiormente le antenne richiamando all’attenzione la popolazione. Gli appelli, però, si sono resi vani perché il 13 marzo tutta la Regione è passata in zona arancione, che perdura ancora oggi, con le dovute restrizioni.
Nel mezzo c’è stato un grande incremento di positivi nella città di Palermo, dichiarata zona rossa dal 6 al 28 aprile, che ha trascinato con sé diverse provincie con alcune che, però, sono riuscite prima a venire fuori prima, ma altri hanno dovuto fare i conti con le restrizioni fino allo scorso 6 maggio. Il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha più volte richiesto prudenza ai cittadini, vietando anche la vendita di bibite alcoliche dopo le 18 per impedire i bivacchi per le vie della città, ma questa misura non ha sortito grandi effetti.
Questi numeri, quindi, non hanno permesso alla Sicilia di rimanere al passo con le altre Regioni, che sono passate in zona gialla lo scorso 26 aprile, con le conseguenti riaperture di diverse attività. Adesso, però, sarà tempo di riaperture, ma si dovrà continuare a prestare attenzione, evitando gli assembramenti e rispettare il distanziamento sociale, unito ad una accelerazione della campagna vaccinale, che porterebbe solamente dei benefici.