La lite, l'insulto razzista, lo sparo: arrestati padre e figlio - Live Sicilia

La lite, l’insulto razzista, lo sparo: arrestati padre e figlio

Bersaglio un giovane gambiano. Le indagini della Squadra Mobile di Catania hanno portato a risolvere il caso in poche ore.
TENTATO OMICIDIO
di
2 min di lettura

CATANIA – L’accusa è tentato omicidio aggravato. La Squadra Mobile di Catania e le Volanti nella notte hanno arrestato Carlo Umberto e Sebastiano Torrisi, padre e figlio, rispettivamente di 49 e di 29 anni, per quanto accaduto ieri pomeriggio in via Ciccio Manna nel quartiere San Giorgio di Catania. Uno sparo nel centro di accoglienza per minori stranieri ha fatto scattare l’allarme. Fortunatamente nessuno degli ospiti è stato ferito.

Dalle primissime ricostruzioni era emersa una dinamica completamente diversa: lo sparo sembrava essere un avvertimento. Ma dopo aver raccolto le testimonianze, i poliziotti hanno scoperto che il 49enne, pluripregiudicato, ha sparato ad un bersaglio preciso. Un giovane originario del Gambia, ospite della struttura. Che è riuscito a rifugiarsi nella struttura. I poliziotti arrivati sul posto hanno trovato il bossolo all’interno del cortile del centro.

Le immagini di video sorveglianza hanno permesso in poche ore di ricostruire quanto fosse accaduto e identificare i responsabili. La lite è cominciata vicino a un chiosco della zona: il 49enne – che aveva bevuto qualche bicchierino di troppo – e il giovane straniero hanno avuto un diverbio. Pare che l’indagato si sia sentito “taliato” (guardato troppo, ndr) dal giovane che si trovava alla fermata del bus Amt. Per il catanese quasi uno sfregio, una mancanza di “rispetto” (nell’accezione più negativa del termine). A quel punto sono partite le invettive: “Cosa guardi? Ma come ti permetti?”. Il gambiano, quando ha capito che la situazione si stava complicando, ha deciso di allontanarsi. Per Torrisi senior, però, la questione non si sarebbe chiusa così: ha iniziato a insultare il giovane con frasi discriminatorie e razziste e poi si è fatto consegnare una pistola Beretta calibro 7,65 dal figlio Sebastiano. Che sarebbe andato a prendere forse a casa.

Il 49enne ha impugnato l’arma scatenando il panico. In strada, infatti, erano presenti anche diversi bambini. Il giovane straniero è fuggito cercando riparo nel centro d’accoglienza. Torrisi ha fatto fuoco quando il gambiano fortunatamente stava già salendo le scale antincendio. E non è riuscito a colpirlo. Padre e figlio sono scappati, ma poche ore dopo la polizia li ha arrestati. E ha sequestrato anche “l’arma del delitto”.

I due arrestati, difesi dall’avvocato Eugenio De Luca, sono in attesa dell’udienza di convalida davanti al gip che si terrà domani. Il padre è in carcere, il figlio ai domiciliari.

 

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI