La sfiducia raccoglie consensi: ok +Europa, la Lega verso il sì - Live Sicilia

La sfiducia raccoglie consensi: ok +Europa, la Lega verso il sì

Cresce il numero delle adesioni. l'Udc: "Subito un vertice del centrodestra"

PALERMO – Eppur si muove. La mozione di sfiducia al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, continua a raccogliere consensi: oltre a +Europa, anche la Lega avrebbe infatti deciso di sostenere il documento che, se approvato, manderebbe a casa il Professore prima della fine del quinquennio. Un’adesione di peso, quella del partito di Matteo Salvini, visto che si rinsalderebbe l’asse con Fratelli d’Italia in una coalizione di centrodestra che al momento è spaccata ma che vede i due partiti come primi a livello nazionale.

A firmare la mozione, sinora, sono stati Francesco Scarpinato e Mimmo Russo di Fratelli d’Italia, Marianna Caronia (che pur di sostenere la sfiducia ha lasciato in polemica Forza Italia) e il capogruppo dei leghisti Igor Gelarda. Ieri si è tenuta una riunione della Lega alla presenza dei consiglieri comunali e la linea sarebbe quella dell’appoggio al documento che per poter essere depositato ha bisogno di almeno 16 firme, mentre per essere approvato serviranno 24 voti: una scelta, quella del partito di Salvini, in qualche modo anche annunciata visti i rapporti da sempre turbolenti tra il leader e il sindaco Orlando. Oggi dovrebbe arrivare l’ufficialità.

Come detto, però, il centrodestra è profondamente diviso. Forza Italia non firmerà, così come Diventerà Bellissima e l’Udc. “Serve subito un vertice del centrodestra – attacca il coordinatore cittadino dell’Udc Andrea Aiello – Non possiamo ripetere gli errori del passato, le cui conseguenze ricadrebbero sulla città. Dopo la fuga in avanti di Fratelli d’Italia, la coalizione torni unita e inizi a ragionare sul programma e sul candidato sindaco per governare Palermo dal 2022. La mozione rischierebbe di fare del sindaco un martire, giustificando il suo disastroso governo”. “Anche se passasse la sfiducia – aggiunge il vicesegretario regionale Elio Ficarra – la Regione manderebbe un commissario e andremmo al voto comunque l’anno prossimo. Il centrodestra deve fare chiarezza”.

Lo spauracchio è un commissariamento lungo del capoluogo siciliano che si ritroverebbe guidato per un anno da un uomo scelto da Musumeci in persona, tagliando fuori dai giochi anche gli altri partiti. “Se ci fosse la certezza di votare a ottobre, molti firmerebbero”, ragiona un dirigente di centrodestra a taccuini chiusi.

Non va meglio a sinistra. Italia Viva al momento è a un bivio e annuncia la convocazione degli organi di partito per prendere una decisione unitaria: “Stiamo valutando e decideremo nelle prossime ore – dice il coordinatore cittadino dei renziani Toni Costumati – Orlando sbaglia se pensa che il sentire comune nei suoi confronti sia lo stesso di alcuni anni fa e sbaglia ancora di più chi gli sta attorno e gli narra una storia lontana dalla realtà”.

Si respira aria di tensione invece in casa M5s, con una parte del Movimento che da tempo dialoga con Orlando (da Adriano Varrica a Steni Di Piazza) e un’altra che invece attacca a testa bassa, come accaduto ieri sul ponte Corleone e sul caso Amap. A completare il quadro c’è anche l’autocandidatura di Giampiero Trizzino, che provoca non pochi mal di pancia interni. “Non abbiamo ricevuto alcuna mozione – dice la capogruppo Viviana Lo Monaco – pertanto è impossibile pronunciarsi alla cieca, mentre tutta l’Aula ha in corso un accordo trasversale per lavorare su atti urgenti nell’esclusivo interesse della città”. Ma arriva il distinguo di Antonino Randazzo: “Ho chiesto un momento di confronto con tutti i portavoce di circoscrizione, regionali e nazionali palermitani perché è una fase delicata e difficile per Palermo e serve la collaborazione di tutti per stabilire come affrontare con lungimiranza e visione percorsi presenti e futuri, anche e soprattutto alla luce del nuovo corso di Giuseppe Conte che proietta il M5s a essere una forza politica costruttiva al servizio del Paese per i prossimi anni”.

Gli ex grillini di Oso al momento non firmano, o almeno non prima dell’approvazione del bilancio o di una soluzione all’emergenza cimiteri, mentre arriva il sostegno di +Europa con Fabrizio Ferrandelli e Cesare Mattaliano: “Con la firma della mozione offriamo ancora una volta all’intero consiglio l’opportunità di voltare pagina. Peró, per centrare l’obiettivo e scongiurare una ‘farsa’, rilanciamo e chiediamo a tutti i sottoscrittori di fare quello che abbiamo già fatto nel 2018: presentare la lettera di dimissioni da consigliere comunale così da consentire ugualmente, in caso di insuccesso della mozione, lo scioglimento del consiglio al raggiungimento dei numeri”. Basterebbero infatti 21 dimissioni contestuali per provocare lo scioglimento, anche meno di quelli che richiederebbe una sfiducia.


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