Ritor-Nello alla Regione, Musumeci: scacco al centrodestra - Live Sicilia

Ritor-Nello alla Regione, Musumeci: scacco al centrodestra

“Io candidato? Perché non dovrei?”. Ed ecco spostato, in pochi attimi, il baricentro all'interno del centrodestra.

PALERMO – Ruggero Razza “tecnico” alla Sanità, Musumeci ricandidato di diritto (“Perché non dovrei?”, ha detto). E ancora, un leale amico e alleato come Marco Falcone alle Infrastrutture, con in ballo i miliardi del Recovery. Fratelli d’Italia in bilico tra ex amici e vecchi compagni di viaggio. La Lega che ruggisce ma non morde. Ci sono tutti gli ingredienti per il ritorno di Nello Musumeci come candidato alle prossime regionali. Un Ritorn-Nello che ieri è stato scolpito, con un appuntamento “di governo” e un manifesto con i colori di Diventerà Bellissima, da quelle parole che non erano inattese. La campagna elettorale è iniziata.

La candidatura

“Io candidato? Perché non dovrei?”. Ed ecco spostato, in pochi attimi, il baricentro all’interno del centrodestra. Non che i giochi siano fatti, tra gli “alleati” qualcuno giura, a LiveSicilia, che “Nello non sarà mai il candidato della coalizione”, ma il nome è lì.

E non è solo un nome, governatore regionale uscente, con una giunta di nominati sicuramente “grati”, qualcuno più intraprendente, qualcun altro stordito dai violini del cerimoniale e dal conto corrente sempre pieno con un lauto stipendio.

E ancora Nello, generoso e non avaro nella gestione dei sottogoverni e con un mantra che i suoi ripetono, anche se con fare spesso scaramantico: “Non è coinvolto in alcuna indagine, vi ricordate cos’è successo a chi c’era prima?”.

Scacco al centrodestra

Se Nello è candidato, con la coda di indecisi e di grati, non è semplice lavorare a un nome alternativo neanche per i più agguerriti. Stesso discorso per i partiti, che sono rappresentati in giunta regionale per intercessione di Musumeci e in teoria avranno l’ultima parola. Ma difficilmente, nel gioco di equilibri e numeri, il percorso verso le elezioni sarebbe semplice. Bisognerebbe metterlo all’angolo, tentativo ancora in corso, con centristi e centrosinistri, che giocano con più mazzi di carte.

L’area di centro può lavorare a un grande assembramento, ma avrà sempre il problema della sintesi. Non è solo questione di nomenclatura. Tra i centristi, qualcuno tendente a sinistra, che non può certo lamentarsi per il trattamento ricevuto, è assalito da un tarlo: “Non credo che poi, senza il camerata, sarò costretto a ricordarmi che si stava meglio quando si stava peggio?”.

Sanità, la macchina da guerra

Nel campo della sanità, quando si solleva, a più riprese, il ricordo dei dati dei decessi “spalmati” e dell’indagine che vede Ruggero Razza indagato con l’ipotesi di falso, visto che le altre sono cadute, c’è un altro mantra: “Razza non ha rubato”. E da ieri, il braccio destro del presidente ha cambiato veste, mettendo da parte il ruolo “politico” che ha sempre avuto e indossando l’abito da “tecnico”.

“Ho fatto una promessa di sangue al presidente della Regione e a me stesso: mi occuperò solo di amministrazione, ho abbandonato la suggestione della politica”, da detto Razza.

Cosa c’è da amministrare a un anno dal voto nel mondo della sanità? Intanto bisogna continuare ad affrontare una pandemia senza precedenti. Poi ci sono migliaia di medici che stanno lavorando con l’emergenza Covid. Non risultano lamentele per i compensi, stabiliti per legge. Questo esercito di professionisti, straordinari per l’impegno che hanno avuto, non hanno bisogno di comando, né di comandante, ma forse di qualche certezza in vista del futuro.

Saranno stabilizzati? In Sicilia durante le elezioni avvengono miracoli. Quindi, pensando al Ritor-Nello, chi può sottovalutare, dal punto di vista “tecnico”, la gestione di un assessorato così delicato nei mesi che precedono il voto? Anche gli esperti di “collocamento lavorativo” in area centro – centrosinistra, che ancora vantano, o fanno credere di vantare, corsie preferenziali nelle assunzioni delle Aziende sanitarie, il problema se lo pongono. Questi medici, assunti in massa, verso chi guarderanno nei prossimi mesi? E qualcuno, anche se lustrato dai fasti del lombardismo, trema.

Gli appalti

Da non sottovalutare il ruolo di Marco Falcone. Viaggia con un elenco di appalti e progetti, con relativo numero di cellulare dei Rup e dei direttori dei lavori, che “tortura” continuamente. In ballo c’è la gestione di centinaia di milioni di euro e il muro, da sfondare, della burocrazia, dei dirigenti dormienti, dei fannulloni. Falcone è temutissimo dalla macchina burocratica.

Stesso discorso per il super ingegnere Tuccio D’Urso, che non conosce cosa sia il pensionamento: una macchina da guerra nel settore delle opere pubbliche. Può assumere decisioni discutibili o sbagliate, ma le assume.

Anche in questo caso, neanche chi ha, nel proprio curriculum, la realizzazione “politica” delle principali autostrade siciliane, tra neve e mare, può dormire sonni tranquilli. Più che uno scacco al centrodestra è un accerchiamento. Musumeci ha piazzato le sue pedine, la partita è ancora lunga. È circondato da lame e pugnali, ma adesso, dopo ieri, aspetta la prossima mossa. Lui già l’ha fatta.


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