Giarre: Lega, Dc ed Mpa rilanciano la balena bianca - Live Sicilia

Giarre: Lega, Dc ed Mpa rilanciano la balena bianca

Perché le parole del coordinatore azzurro, Marco Falcone, hanno dato sfogo a un fuoco che cova da tempo nel centrodestra
AMMINISTRATIVE 2021
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CATANIA – L’endorsement di Marco Falcone a favore della candidatura della meloniana Patrizia Lionti a sindaca di Giarre – “in nome dell’unità della coalizione di centrodestra” – sembrava aver messo d’accordo tutti. Invece no, l’irritazione degli altri c’è tutta per una uscita apparsa come un fuga in avanti. Fatto sta che le parole del coordinatore azzurro danno sfogo a un fuoco che cova da tempo. E che si palesa plasticamente oggi con l’invio a tutte le redazioni di una cartolina che ritrae il duomo della città ionica con sotto i simboli di Lega, Mpa e la rediviva Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro.

Una sorta di cartolina dal passato che riporta a galla tutte le possibili suggestioni sturziane: dall’autonomia, al regionalismo, ma sotto il segno inequivocabile dello scudocrociato. Insomma, il centro del centrodestra non ci sta e rimette tutto in discussione. E non solo a Giarre. Già, perché anche il Carroccio, da quanto Nino Minardo guida gli affari regionali e Alessandro Porto quelli provinciali, è più sensibile ai richiami naturali della balena bianca che alle parole d’ordine di matrice lepenista. Tutt’altra lingua, tutt’altra storia e attitudine al governo. 

Ecco la nota che accompagna la post card di stamani e chiarisce il niet sul nome di Lionti: “Apprendiamo dalla stampa, attraverso nota ufficiale diffusa da Forza Italia, che Patrizia Lionti (già consigliere comunale e vicesindaco di Angelo D’Anna fino a dicembre 2020) sia la prescelta per la candidatura a sindaco della città di Giarre. Quella di Forza Italia e Fratelli d’Italia è una scelta assolutamente individuale e unilaterale che mina le fondamenta stesse del centrodestra e impedisce ogni dialogo che possa condurre all’unità”. 

Il dato politico è che il rischio di correre divisi nella sfida ad Angelo D’Anna, pronto al bis con il placet del centrosinistra e del M5s, è più che concreta. La pregiudiziale ufficiale nasce dalla militanza di Lionti (fino allo scorso dicembre) nella maggioranza con dentro tutti (o quasi) nelle vesti di vicesindaco. “Come rappresentanti politici di Lega, Mpa e Dc – scrivono – siamo pronti a mettere in campo un progetto politico serio che rimetta al centro la città di Giarre, attraverso la presenza di personalità autorevoli e stimate dai concittadini”. 

Per salvare l’unità della coalizione la precondizione è che Fdi e Forza Italia facciano un passo indietro. “Auspichiamo – chiedono dal versante scudocrociato – che si possa trovare la volontà e l’interesse a ricondurre al dialogo tutte le forze della coalizione di centrodestra. Ma il primo e fondamentale passaggio da fare è ritirare ufficialmente la candidatura, mai concordata né condivisa, della Lionti. Giarre merita una totale discontinuità con l’attuale fallimentare amministrazione”. 

Il caso Giarre va visto però da una visuale che superi gli equilibri del territorio ionico. La candidatura di Lionti è infatti figlia dell’accordo ben più più ampio che vede la casella per Misterbianco occupata dal civico dai riflessi azzurri Marco Corsaro. Un accordo ritenuto tra ex An che non vincolerebbe autonomisti e salviniani in alcun modo, tant’è che nella rossa Misterbianco i tavoli di discussione con Nino Di Guardo – come lui stesso ha già dichiarato al nostro giornale – non hanno escluso lombardiani o uomini non distanti dalla Lega. 

Totò Cuffaro segue il tutto da vicino e lo fa mentre la nuova balena bianca ha appena inaugurato a Catania il raggruppamento femminile, segnale che il cantiere Dc vuole darsi delle impalcature solide. Chi dice Giarre dice pure Caltagirone, perché è lì che si gioca un altro pezzo della partita. Da Raffale Lombardo proverrebbe una richiesta a denti stretti: che i candidati di FdI (Salvo Romeo) e Forza Italia (Sergio Gruttadaria) facciano un passo indietro a favore della possibile candidatura di Massimo Alparone, già presidente del consiglio comunale.

La risposta dai meloniani potrebbe arrivare la prossima settimana. Dal versante Lega, intanto, Alessandro Porto fa sapere al nostro giornale che attende “il tavolo provinciale della coalizione affinché si faccia chiarezza su tutto, perché è lì che gli alleati devono presentare le proprie intenzioni e non comunicarle attraverso i giornali”.


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