Il teatro riparte (ma) all'aperto: "Finalmente incontro il pubblico" - Live Sicilia

Il teatro riparte (ma) all’aperto: “Finalmente incontro il pubblico”

Il covid ha portato molte difficoltà per chi lavora nello spettacolo. L'attrice catanese Barbara Cracchiolo si mette a nudo.
L'INTERVISTA
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3 min di lettura

CATANIA – Riparte all’aperto, dopo circa 17 mesi di stop, l’attività teatrale. Barbara Cracchiolo è un’attrice catanese impegnata con diverse compagnie e, dopo il periodo di fermo sarà in scena sabato con Medea di Euripide all’anfiteatro Thalos.

“Dopo 17 mesi di stop stiamo, lentamente, riprendendo il nostro lavoro, riincontriamo il nostro pubblico in spazi all’aperto, anche se di normalità ancora non si può parlare – dice Barbara – e nemmeno durante il fermo totale di tutte le attività teatrali non è che sia andata meglio”.

L’unico momento di ripresa si è avuto l’estate scorsa, nel capoluogo etneo, con la rassegna Summer Fest, poi è stato un susseguirsi di “recite” in streaming.

“I social si sono riempiti di similspettacoli tra un monologo, uno sketch, una barzelletta e una canzone – continua Barbara – e, diciamoci la verità, l’attore tutta questa voglia di buttarsi in queste, chiamiamole “cosine”, non l’ha mai avuta”.

I social si riempiono di spettacoli più o meno “spettacoli” e la rete fa rete. “Nel periodo di chiusura di tutti i teatri abbiamo fatto rete – continua Barbara – era, addirittura, nata un’associazione dal nome “UNITA”. I social diventano espressione di una categoria, quella attoriale, dove tutti i protagonisti del mondo teatrale, finalmente erano uniti o, almeno, così sembrava. Finito il periodo nero con la riapertura dei teatri “UNITA” si trasforma in “DISUNITA” e il mondo attoriale torna ad essere quello che era.

A Catania siamo stati “social/sociali” nella merda e la figura attore/attrice sembrava avesse fatto squadra, UNITA”. Un mondo che d’improvviso si trasforma e i “like”, le faccine con cuoricino annesso, i commenti sulle bravura altrui lascia il posto al nulla più.

“Caste c’erano prima dell’emergenza Covid e caste sono ritornate appena i teatri hanno potuto riaprire al pubblico – precisa Barbara – in un “calderone teatrale” che dello spirito  teatro non ha più nulla. Un’attrice, un attore, è nudo/a davanti al suo personaggio, ma è il suo personaggio, si veste, si muove, pensa, agisce come lui o lei, personaggio, il resto non conta e il pubblico ti deve vivere così, in poco meno di 2 ore la platea è, esempio, con Medea. Ma nel 2021 siamo tornati indietro di almeno 30 anni. Il linguaggio teatrale deve essere di rottura, serve a veicolare messaggi, pensieri che, altrimenti, nella vita di tutti i giorni andrebbero persi”.

Ed è proprio nel periodo del lockdown che 4 attrici, 4 amiche decidono di ritrovarsi in una sala teatrale vuota per raccontare il fenomeno “mafia” con lo sguardo di donne che lo hanno vissuto, tra realtà e fantasie che , all’improvviso, si trasformano in tutto reale e tutto vero.

“Ci siamo ritrovate in quattro, con le mascherine, distanziate e tutto chiuso – racconta Barbara – io, Sabrina Tellico, Cinzia Caminiti Trovato e Simona Gualtieri insieme in una sala vuota, quella di Fabbrica Teatro in via Caronda. Uno spettacolo, una pièce teatrale che racconta con gli occhi delle donne coinvolte alcuni degli avvenimenti di cronaca che hanno segnato la storia della nostra terra”.

Il titolo della pièce è “Libere” e debutterà il 27 luglio prossimo nel cortile Pippo Fava.  Una rottura verso un sentimento comune diffuso. “In questo momento il messaggio teatrale diffuso è – continua Cracchiolo – “il pubblico vuole ridere? Facciamoli ridere!” e no! È il momento di pensare e ripensare tutto”.


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