È una questione di numeri. La Sicilia è fra le regioni che rischiano di più il passaggio da zona bianca a zona gialla. Le nuove regole nazionali individuano nella dotazione dei posti letto il parametro chiave.
Il passaggio di colorazione, nel primo step da bianco a giallo con le conseguenti restrizioni, avviene quando viene superata la soglia di occupazione del 10% delle terapie intensive e del 15% dei posti letto ordinari Covid.
Il bollettino di ieri segnala 33 ricoverati in terapia intensiva a fronte di 668 posti letto disponibili. Un dato a cui vanno aggiunti i 196 che la Regione cataloga alla voce “attivabili”. In questo momento, dunque, è occupato poco meno del 5% dei posti in terapia intensiva. Il numero da non raggiungere è quello di 67 ricoveri: se ciò accadrà, la Sicilia raggiungerà il 10% che farebbe scattare la zona gialla. Per quanto riguarda i ricoveri Covid ordinari l’Isola è al 10%.
A questo punto bisogna guardare indietro nel tempo per valutare l’andamento. Un mese fa, l’1 luglio scorso, c’erano 3.885 attualmente positivi, 169 ricoverati nei reparti ordinari Covid e 18 in Intensiva. Questo, invece, il bollettino di ieri: 11.219 attualmente positivi, 295 ricoverati, di cui 33 in Intensiva. I numeri, dunque, sono quasi raddoppiati.
Ed è sulla base di questi numeri che la Sicilia sta provando ad accelerare sui vaccini. Nelle province di Palermo e Agrigento la percentuale dei vaccinati tocca il 70%, che scende al 70% a Catania, Messina e Siracusa.
Alla data del 23 luglio scorso, all’assessorato regionale alla Salute guidato da Ruggero Razza, risultava che l’80% dei ricoverati in ospedale non si era vaccinata. Il vaccino, dunque, protegge dalle conseguenze più gravi.
Da un lato si spinge per convincere gli indecisi a rivedere la propria posizione sui vaccini e dall’altro la macchina dei posti letto è stata messa in preallarme. Bisogna essere pronti ad attivare nuovi posti Covid, attuando la riconversione dei reparti che nel frattempo sono tornati al regime ordinario.