Dal Simeto allo Zingaro: i polmoni verdi soffocati dal fuoco

Dal Simeto allo Zingaro: i polmoni verdi soffocati dal fuoco

Gli incendi in questi anni hanno distrutto boschi, riserve, oasi e parchi. Un patrimonio naturalistico andato in fumo.
EMERGENZA ROGHI
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CATANIA – Nord, sud, ovest, est. La canzone degli 883, simbolo di una generazione, è la colonna sonora ideale per indicare la geografia di una Sicilia devastata in ogni angolo dagli incendi. Una melodia che si ripete puntuale ogni estate con una precisione svizzera. E in questo disastro di fuoco sono andati in fumo ettari di boschi, macchia mediterranea, canneti. Oasi, riserve e parchi distrutti dalle fiamme. 

“Il quadro è pesante”. Carmelo Nicoloso, coordinatore mezzogiorno d’Italia del Centro Parchi Internazionale e guida ambientale escursionistica professionista, è scoraggiato. Nella Sicilia orientale pochi giorni fa è stata “l’apocalisse”. “L’Oasi del Simeto è stata raggiunta dai roghi su più fronti. È andato distrutto un patrimonio verde inestimabile”, dice. Da Vaccarizzo alle contrade paternesi.

Questo è forse il “furto” più prezioso, a livello di “polmoni verdi”, di queste ultime settimane. Il fuoco è sempre più pericoloso. Ogni passeggiata o escursione, in questa stagione, “è un potenziale rischio”, dice ancora la guida ambientalista. “Noi possiamo diventare custodi e sentinelle dei parchi, ma serve collaborazione con gli enti”. Dalla campagna di prevenzione alle ordinanze dei sindaci. Ogni attore deve fare la sua parte. “Continuiamo a perdere lembi di bosco e di macchia mediterranea”. 

Non esiste più “l’antico bosco di Aci”, divorato dai tanti incendi. Dal mare all’Etna prima era una sorta di ponte verde. “Un green bridge che non esiste più”. Poi penso alla “Riserva dello Zingaro, a Cava Grande a Cassibile, a Vendicari, a Pantalica, diverse aree del Parco dell’Etna, il Parco dei Nebrodi nella zona di Tusa e Santo Stefano di Camastra”. Ma la mappa dei tesori andati perduti non è finita. “Penso alla sughereta di Niscemi che con il bosco di Santo Pietro erano un tutt’uno”, aggiunge ancora. 

Il fuoco distrutte biodiversità, che significa non solo flora ma anche fauna. Risorse di ossigeno che scompaiono e specie che rischiano di sparire. “Il pino laricio è una specie che esiste solo sull’Etna”. Un patrimonio unico al mondo. “Occorre preservarlo”.

Sulle responsabilità Nicoloso non intende fare commenti. “Penso che si siano le autorità che stanno facendo le loro indagini. Lasciamoli lavorare: c’è un intelligence che ha gli strumenti per capire quali mani e interessi ci siano dietro”. 


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