PALERMO – Nella corsa contro il tempo della Regione Siciliana per evitare la zona gialla saltano fuori 210 posti letto nei reparti ordinari Covid. Si conta di superare i 400 nei prossimi giorni, in modo da tornare alla dotazione di marzo, quando i posti ordinari erano più di 3.600 e oltre 700 i posto in terapia intensiva.
Sono stati recuperati dopo che l’assessore regionale alla sanità Ruggero Razza e il dirigente generale Mario La Rocca hanno chiesto una ricognizione ai manager delle aziende sanitarie e degli ospedali.
I “nuovi” posti letto rallentano di qualche giorno l’inesorabile avvicinamento della Sicilia alla zona gialla. Il governo nazionale ha fissato il tetto massimo delle percentuali di occupazione: 15% nei reparti ordinari Covid e 10% nelle terapie intensive.
Senza i “210” posti scovati ieri la Sicilia avrebbe già quasi raggiunto il 15%, ed invece la percentuale è scesa al 13,53%. Un margine risicato, come risicato è quello delle terapie intensive la cui occupazione, alla luce dei 59 ricoverati con 9 casi in più registrati ieri, è al 7,9% del totale.
Sul fronte delle terapie intensive una risposta può arrivare dal piano finanziato dallo Stato per il quale il presidente della Regione Nello Musumeci ha nominato come soggetto attuatore l’ingegnere Tuccio D’Urso. Il piano, una volta ultimato, prevede la realizzazione di 254 posti letto di i terapia intensiva e 318 di sub intensiva. Gli interventi previsti sono 79, di cui alcuni completati e altri 33 attualmente in esecuzione.
Una parte è già stata realizzata, ma per il completamento della rete bisognerà attendere il 2022, con l’auspicio che già alla data del 31 dicembre prossimo sia stato completato l’80 per cento dei cantieri. Il rischio è che la rete sarà completata quando la pandemia, si spera, sarà finita.
La Sicilia non può aspettare. Ci sono, però, due cantieri che potrebbero essere ultimati in fretta: si tratta di 12 posti di terapia intensiva all’ospedale Civico di Palermo, dove mancherebbe soltanto la fornitura di alcune attrezzature, e altri 22 al Cervello, sempre a Palermo, dove però il ritardo è maggiore.
Bisogna correre. Così come sta cercando di correre anche la Regione. È stato avviato un monitoraggio dei pazienti ospedalizzati per capire se possono essere dimessi o trasferiti in reparti a bassa intensità. Contemporaneamente è partito un richiamo ai manager delle aziende sanitarie. Un invito, dai toni perentori, così trapela dagli uffici regionali, a ripensare anche il piano ferie per completare l’immediata riconversione in Covid dei reparti che nel frattempo erano tornati alle funzionalità ordinarie.
Si è perso del tempo prezioso o forse ha pesato l’idea che il peggio fosse passato. Ora bisogna fare in fretta, sperando che si vedano gli effetti positivi dei vaccini somministrati a luglio. Vorrebbe dire che il contagio segnerebbe una battuta di arresto. La salute innanzitutto, ma passare in zona gialla, con le restrizioni che ne conseguono, in pieno agosto sarebbe una mazzata per l’economia isolana che tenta di tenere botta grazie al turismo. Qualcuno in assessorato sussurra che “salvare” il mese di agosto dal giallo sarebbe già un grande risultato. Senza nuovi posti letto e senza calo di ricoveri la Sicilia sarà in zona gialla dal 23 agosto.