Sebastiani, Cnr: "Terapie intensive, Sicilia in testa" DATI - Live Sicilia

Sebastiani, Cnr: “Terapie intensive, Sicilia in testa” DATI

L'analisi del matematico del CNR: "Si deve tenere conto del fatto che le curve crescono in modo esponenziale"

CATANIA – “Con le soglie dei reparti ordinari, delle terapie intensive e dell’incidenza superate da martedì la Sicilia dovrebbe essere in zona gialla già dal 23 agosto prossimo”: è quanto afferma Giovanni Sebastiani, matematico dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo Mauro Picone del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), analizzando i dati dell’isola che è stata sul punto di passare in giallo. “Il dato delle terapie intensive di martedì scorso nel monitoraggio settimanale – prosegue Sebastiani – calcolato sulla base del DL 23 Luglio 2021, n. 105, è però inferiore alla soglia, e perciò l’isola resta bianca”.

“Curve crescono in modo esponenziale”

L’esperto del Cnr spiega: “Al di là del modo, di sicuro legittimo, in cui è stata calcolata la percentuale delle terapie intensive, poichè la soglia del 10 per cento è bassa, è chiaro che non serve per identificare una situazione di emergenza, ma è utilizzata a scopo preventivo per identificare una situazione di allarme. Quindi, invece del mero superamento della soglia di qualche decimale – afferma Sebastiani – penso che sarebbe opportuno tener conto del fatto che al momento le curve dei ricoverati nei reparti ordinari e in quelli di terapia intensiva, e quella dei decessi crescono in modo esponenziale rispetto agli incrementi”.

“Se calcoliamo l’occupazione delle terapie intensive rispetto alla popolazione – dice ancora Sebastiani – la Sicilia è al primo posto con 1.6 casi per 100000 abitanti, contro una media dei valori regionali 0.65”. In merito, infine, alle altre due regioni a rischio di zona gialla, “la Calabria – sottolinea Sebastiani – ha superato la soglia del 15 per cento dei ricoverati nei reparti ordinari ed è scesa al 5 per cento per le terapie intensive mentre la Sardegna ha l’11 per cento di ricoverati nei reparti ordinari e sembra assestarsi al 10 per cento per le terapie intensive”.


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