Sciopero nazionale contro il Green pass, è rischio caos

Sciopero nazionale contro il Green pass, è rischio caos

Lavoratori portuali sul piede di guerra
LA PROTESTA
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TRIESTE – E’ stato soltanto annunciato lo sciopero al porto di Trieste e già si stanno verificando le prime ripercussioni sul traffico commerciale. Ad esempio, una decina di giorni fa da Trieste è salpata una nave con destinazione Istanbul con a bordo i camion con i ricambi della Formula 1 che occorrono per il Gran Premio. Camion di varie case automobilistiche, come Ferrari e Mercedes. Il loro rientro – per poi raggiungere le singole destinazioni – è previsto tra 15 e 17 ottobre, con traghetti Ro-Ro della DFDS (Gruppo Samer).

Il rischio della comunicazione

Alla notizia della protesta si è diffusa la possibilità che i mezzi vengano dirottati nel porto di Sète (Francia) o che evitino il transito marittimo viaggiando via terra. Spiega Enrico Samer, presidente di Samer & Co. Shipping: “Il danno grosso c’è già quando si inizia a pensare allo stop, non serve che ci sia materialmente”. Se il camionista che da Istanbul deve venire a Trieste, “ha il dubbio che ci sia un problema, continua via strada. Il tam tam nel mondo dei camionisti è immediato”.

I tir evitano Trieste

E’ convinzione comune tra gli operatori del porto che all’annuncio della protesta e alla possibilità del suo protrarsi già un paio di navi per complessivi 10 mila Teu abbiano deviato la rotta evitando lo scalo giuliano. Il sito specializzato Adriaports sbandiera il pericolo che il vicino e mediamente ben attrezzato porto di Koper (Capodistria; Slovenia) possa diventare una valida alternativa a Trieste. Secondo altri, anche a Rijeka si “stanno sfregando le mani”. Per Samer e altri operatori “uno sciopero annunciato, che ha un inizio e una fine, fa parte del mondo democratico, ma uno stop a tempo indefinito, dopo che le aziende hanno anche offerto i tamponi gratuiti, spinge a pensare che dietro al no Green pass ci siano altre motivazioni”.

“Molti portuali non sono d’accordo”

E’ diffusa convinzione che “moltissimi portuali non sono assolutamente d’accordo. Spero venga data la possibilità di lavorare, anche a coloro che sono contrari, e sono molti”. Le rivendicazioni che hanno fatto i portuali triestini a nome di tutta la categoria in Italia al porto appare come “un fatto strano, così come per il no Green pass”. Però, “se c’è una battaglia tra le varie sigle sindacali tra chi ha più iscritti … è un altro discorso”.
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