L'inchiesta sul Comune di Palermo: "Sono dei delinquenti"

L’inchiesta sul Comune di Palermo: “Sono dei delinquenti”

"Carte truccate", "bordello contabile", "artifizi": le parole che gli indagati devono chiarire
LE INTERCETTAZIONI
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PALERMO – Ci sono tanti passaggi delle intercettazioni da spiegare. E lo dovranno fare gli indagati dell’inchiesta sui falsi nei bilanci del Comune di Palermo. A cominciare dal sindaco Leoluca Orlando, per proseguire con le altre 23 persone, fra politici e burocrati, che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini.

Adesso hanno venti giorni di tempo per presentare memorie difensive o farsi interrogare, prima che la Procura di Palermo decida di chiedere di mandarli sotto processo. Gli indagati potranno chiarire il perché, durante le conversazioni intercettate dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, hanno usato parole il cui significato, ad una prima lettura, appare chiaro. Regnava il caos contabile a Palazzo delle Aquile e i protagonisti ne erano pienamente coscienti. Talmente coscienti, sostiene l’accusa, da avere cercato di mettere a posto le cose facendo carte false.

L’artifizio di Orlando

Il 5 novembre 2019 Orlando discute con l’assessore al bilancio Roberto D’Agostino della riduzione del 15% del fondo che la Regione corrisponde annualmente al Comune. In particolare, il sindaco evidenzia come negli anni passati, attraverso uno stratagemma, abbia utilizzato il fondo regionale non per effettuare nuovi investimenti ma per pagare spese correnti: “… che che ogni anno viene data e ma viene data per investimenti… ma si considerano investimenti le spese correnti per pagare le rate di mutuo… l’artifizio che comunque serve a salvare“.

La delibera senza copertura

Il 5 agosto 2019 l’assessore al Bilancio, Roberto D’Agostino, parlando con il vicesindaco Fabio Giambrone, farebbe emergere la sua intenzione di fare approvare una delibera di spesa senza la dovuta copertura finanziaria. Come? Facendo risultare i soldi già stanziati, aggirando il parere del ragioniere generale: “Non dobbiamo mettere il fatto che lui deve esprimere il parere che deve stanziare i soldi lo mettiamo semplicemente come abbiamo detto prima… riferimento che ci sono già i soldi stanziati”. Si tratta di uno stratagemma ripetuto altre volte?

Giusto Catania: “Una gestione delle risorse pessima”

Ci sono assessori che criticano le scelte di Orlando. Non è tenero, ad esempio, Giusto Catania che di Orlando è sempre stato un fedelissimo. Il 16 settembre 2019 il sindaco chiama il ragioniere generale Bohuslav Basile. Bisogna trovare dei soldi per i teatri della città entro il 31 dicembre: “… dobbiamo trovare 3 milioni e 7 per Biondo e Massimo se no falliscono… veda lei come si può fare perché loro aspettano… ma hanno un problema di competenza sennò vanno in disavanzo va bene?”.

Si tratta di una manovra che non convince l’assessore alla Mobilità Catania, che ne parla con il collega di giunta Adam Darawsha, assessore con delega alle Culture. Catania addossa la colpa a D’Agostino sull’utilizzo del fondo di riserva e le disponibilità dell’avanzo vincolato vengono destinate per le attività teatrali: “… il fondo di riserva è praticamente zero… è un disastro l’avanzo vincolato daremo 3 milioni a Biondo e Massimo… una cosa è certa Biondo e Massimo il sindaco glieli dà, l’avanzo vincolato è morto, finito… una gestione delle risorse veramente pessima”.

“Siamo falliti”

Il 4 novembre 2019 Basile chiama il consigliere comunale Andrea Mineo per ottenere un appuntamento con l’assessore regionale all’economia Gaetano Armao: “… noi siamo falliti Andrea, io ho a cuore il comune me lo fissi un appuntamento, te presente ovviamente, con Armao?”

“La parte finanziaria un bordello”

Altro tema centrale dell’inchiesta sono i conti delle società partecipate del Comune, Amat e Rap. La situazione è sfuggita di mano al Comune tanto che il 2 luglio 2019 l’assessore al bilancio D’Agostino chiama il vicesindaco Fabio Giambrone (che non è indagato): “Quel bordello noi l’abbiamo però sul fatto che nessuno ha mai controllato… se io non ho il controllo rigido delle partecipate per quanto riguarda la parte finanziaria un bordello”.

“Sono dei delinquenti”

Il 25 luglio 2019 Basile contatta il presidente del collegio dei revisori dei conti Sebastiano Orlando, il quale parlando della Rap lo informa che la perdita effettiva è di 13 milioni, più del previsto. Orlando aggiunge: “… hanno fatto una bravata con delle imposte… imposte anticipate….”. A quel punto Basile risponde: “Sono dei delinquenti”.

Il 6 febbraio 2020 Basilea informa Sergio Pollicita, capo di gabinetto del sindaco, su una riunione con tutti gli assessori e il sindaco nel corso della quale è emerso che servono molti milioni di euro per il tram, i parcheggi e gli svincoli: “… ma poi mi parlano davanti a me apertamente che hanno truccato le carte per non aumentare la Tarsu 2019”.

“Delinquentri”, “truccate”, “bordello”, “artifizio”: sono parole pesanti quelle pronunciate da politici e burocrati, molti dei quali indagati. Parole che vanno spiegati ai pubblici ministeri e all’intera città.

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