Palermo, inchiesta 'bilanci falsi': la perizia che boccia il Comune

Palermo, inchiesta ‘bilanci falsi’: la perizia che boccia il Comune

La Procura si è affidata a due consulenti del ministero dell'Economia: "Previsioni gonfiate delle entrate"
PALAZZO DELLE AQUILE
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PALERMO – Bilanci di previsione che si sgonfiavano, e di parecchio, quando c’era da tirare le somme. Tra le stime e i dati reali ballavano milioni di euro. L’inchiesta della Procura di Palermo si basa su una consulenza affidata a due dirigenti-ispettori del ministero dell’Economia. Da Roma è arrivata una bocciatura, senza appello, dei conti del Comune di Palermo.

Non solo intercettazioni

Politici e burocrati, intercettati dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, spiegavano il caos contabile e ammettevano di avere fatto carte false. Si spingevano a dire che il Comune era praticamente “fallito”. Non solo intercettazioni, però. Nel frattempo gli esperti romani, su richiesta del procuratore aggiunto Sergio Demontis e dei sostituti Andrea Fusco e Giulia Beux, hanno spulciato le cifre. La perizia di quasi 1.300 pagine è stata deposita nel fascicolo dell’inchiesta che vede indagati il sindaco Leoluca Orlando, alcuni assessori e i più importanti dirigenti comunali.

Occupazione abusiva degli immobili

Alcune voci di previsione sono state sovrastimate. I consulenti ne citano alcune anno per anno. Ad esempio nel 2016 Palazzo delle Aquile prevedeva di incassare 9 milioni e mezzo di euro da “attività di recupero delle indennità di occupazione da parte di soggetti che occupano senza titoli immobili di proprietà comunale”. Era un capitolo di nuova istituzione, ma non veniva indicato come l’amministrazione intendesse recuperare i soldi. A consuntivo la cifra scese a un milione e 875.000 euro. Molto distante dalla somma prevista da Sergio Pollicita alla guida del settore Valorizzazione risorse patrimoniali.

Mancano 20 milioni dalle multe

Meno della metà furono anche i soldi che la dirigente del servizio Tari Daniela Rimedio prevedeva di recuperare e cioè 10 milioni di euro. A consuntivo scesero a poco più di 4 milioni. C’è poi il capitolo della previsione di entrata dei soldi delle multe agli automobilisti indisciplinati: si prevedeva incassare 85 milioni di euro “senza indicare nessun altro elemento a supporto della veridicità ed attendibilità di tale previsioni di bilancio che – scrivono i periti – ha visto un accertamento complessivo con una differenza di 20 milioni di euro”.

Ancora peggio per quanto riguarda i proventi dal condono edilizio. Si faceva “fede sulla svolta strategica data dall’assessorato” e furono iscritti 13 milioni e mezzo di euro nel bilancio di previsione. Ne furono recuperati appena un milione e mezzo .

Tares, Tarsu e i biglietti della mostra

Lo scenario non cambia nel 2017 quando furono sovrastimate le cifre per il recupero della Tares, della Tarsu e della rottamazione delle cartelle. Stessa cosa nel 2018. Di voci gonfiate i periti ne hanno scovato parecchie. Persino gli incassi per una mostra risultavano esagerati. Per l’esposizione dedicata ad Antonino Leto, allestita alla Galleria d’arte moderna, si prevedeva di incassare un milione di euro. Al botteghino gli incassi furono meno della metà.

Un percorso “senza logica”

Piccole e grandi irregolarità che testimonierebbero il caos contabile nelle casse comunali. La conclusione dei periti è impietosa: “Le previsioni non sono supportate da elementi di riscontro idonei a dimostrare il percorso logico e le valutazioni effettuate sia per loro sinteticità che per la loro lacunosità, tanto ciò è vero che le entrate riferite a parte delle voci esaminate non sono state poi confermate dai dati a consuntivo dimostrando inattendibilità delle valutazioni effettuate. In altri casi lo scostamento tra i dati a consuntivo e le stime iniziali hanno confermato le carenze del processo previsionale posto in essere dall’ente. Nella maggior parte dei casi le previsioni sono sovrastimate rispetto agli accertamenti dell’anno precedente di oltre il 60%”.


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