CamCom, la questione siciliana è ancora al palo

CamCom, la questione siciliana è ancora al palo

E' ancora scontro aperto tra Agen e la Prestigiacomo sul futuro delle Camere di commercio.

CATANIA. A cinque mesi dall’approvazione del Decreto Sostegni-bis e dell’emendamento – secondo molti, fuori via – che prevedeva un riassetto della Super Camera del Sud lasciando Catania da sola e assegnando Siracusa e Ragusa a quella di Trapani, Agrigento e Caltanissetta; e a 30 giorni dalla scadenza operativa del decreto stesso, la questione registra – a oggi – un nulla di fatto. Nessun commissario ad acta è stato nominato per ripristinare la situazione finanziare a settembre 2017 (anno di insediamento della Camera del Sud Est) e le Camere continuano ad avere la stessa struttura pur se limitate, idealmente, nell’operatività. In questi cinque mesi è stato un susseguirsi di interviste, comunicati stampa, riunioni, invettive. Insomma si viaggia sulle parole.
Ieri è comparso un nuovo emendamento al decreto legge sul PNRR presentato, in commissione Bilancio, sempre dall’on. Stefania Prestigiacomo, questa volta senza l’appoggio del leader siciliano della Lega, Nino Minardo. In questo emendamento si chiederebbe una trasformazione dei commissari da ad acta a straordinari, quindi con pieni poteri, sulle nuove Camere di Commercio.

L’emendamento, al voto oggi in commissione, sembra avere già qualche intoppo e intanto, ieri, l’assemblea di UnionCamere riunitasi a Palermo ha licenziato un documento all’unanimità.
A spiegarci di cosa si tratta è Pietro Agen, presidente della Super Camera del Sud Est presente oggi all’inaugurazione del nuovo parcheggio P4 dell’aeroporto di Catania.
Presidente cos’altro bolle in pentola per le Camere di Commercio siciliane?
“Ho letto il pezzo de La Sicilia e ho pensato che era assolutamente vero, del resto lo ha dichiarato la Prestigiacomo. Credo anche che la Procura dovrebbe aprire un’indagine per aggiotaggio. E forse non sbaglio a pensare che l’abbia già fatto. Questa è una mia convinzione personale, però non si può far prevalere l’interesse che, a questo punto, è di un singolo.
“Su tutti i giornali di oggi si parla del documento votato all’unanimità dall’assemblea di UnionCamere Sicilia, in cui si dice che la giunta regionale ha dato mandato all’on. Turano di sentire le Camere e le organizzazioni di categoria. E Turano l’ha fatto, convocandoli a inizio ottobre. In quell’occasione è stato detto che non solo non si vuole ma non si può cambiare questo assetto. L’idea delle 5 Camere in Sicilia è tecnicamente impossibile, a meno che non si decida di modificare la Legge Madia. Cosa fattibile ovviamente, ma non dall’oggi al domani. Anche la questione di aggregare Siracusa con Ragusa è senza senso. Al mio ultimo Consiglio l’unico che ha parlato a favore di questa unione è stato smentito dagli stessi siracusani”.

Eppure ci sono degli emendamenti che dicono altro.
“Dopo di che c’è una onorevole signora che continua a presentare emendamenti scegliendo leggi con cui è probabile che si arrivi alla fiducia e presentandoli sempre all’ultimo momento. Lo fa sapendo che 9 volte su 10, in questi casi, si va al voto di fiducia. Già a luglio il presidente della Repubblica ha dato una pesante bacchettata, oggi sarebbe lo stesso identico rimprovero su un decreto che non ha nulla a che vedere con le Camere di Commercio. Inserisce infatti un passaggio in cui fa una modifica chr serve per mettere un consulente (lo possiamo dire? chiede lo stesso Agen) amico. E poi fa diventare straordinari i commissari ad acta previsti dall’emendamento di luglio. Il commissario straordinario viene nominato quando c’è qualcosa che non va, quando si ritiene che sia stata commessa un’illegalità o se il presidente rimane in carica anche a carica scaduta”.

Facciamo il punto a oggi. Da luglio non è stato fatto nulla, neanche le nomine dei commissari sono arrivate.
“La nomina dei commissari ad acta io l’ho anche sollecitata. Avrebbero dovuto verificare la sostenibilità finanziaria e riportare l’orologio indietro di quattro anni. Io ho la convinzione assoluta, confortata da UnionCamere e tecnici, che
la sostenibilità finanziaria il nuovo soggetto non l’avrebbe. Poi riportare indietro gli orologi significherebbe appesantire ulteriormente la situazione perché Siracusa è stata aiutata pesantemente da Ragusa e Catania in questi quattro anni. Quindi se riportiamo indietro le lancette Siracusa dovrebbe compensare ciò che abbiamo compensato”.

Quindi nessun passo avanti.
“No. Perché tutti sanno che se fosse stata fatta la nomina dei commissari ad acta noi avremmo avuto titolo di fare ricorso al Tar Lazio e poi di chiedere, incidentalmente, la verifica della costituzionalità della norma. E quindi sarebbe saltata.

Tutto questo ambaradan ha stoppato in qualche modo l’attività della Camera?
“Ci ha impedito di andare a chiudere l’accordo sulle pensioni. La funzionalità delle Camere continuerà a peggiorare mese dopo mese: abbiamo sempre più personale che va in pensione ma non possiamo fare concorsi perché non abbiamo chiuso l’accordo con l’Inps. E la Camera del Sud Est sarebbe pronta a chiuderlo nel giro di un mese avendo già la liquidità di più della metà di quanto richiesto: liberando 75-77 milioni di euro investiti in titoli e dandoli all’Inps. Dopodiché ci facciamo fare un finanziamento dalle banche e pagheremmo un mutuo di circa 5mln di euro l’anno risparmiandone 14 di pensioni. Oggi ne perdiamo 2-2,5mln significa che chiudiamo con un utile di circa 6,5. A quel punto potremmo fare i concorsi, assumere il personale che ci manca. La Camera di Commercio di Catania aveva 134 dipendenti quando io ero presidente, oggi ne ha 62 per tre Camere.

Quando dovrebbe andare al voto questo nuovo emendamento?
Oggi (mercoledì 1 dicembre) si vota in commissione. Ma le do un’anticipazione, la commissione costituzionale ha dato parere negativo sull’emendamento.


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