Sono due gli imputati per il delitto Rostagno ma, secondo il pm Gaetano Paci ne mancherebbero altri due. “Le testimonianze e i risultati investigativi – sottolinea il magistrato – ci dicono che, sulla Fiat Uno che ha inseguito il giornalista nella fase culminante dell’agguato, c’erano tre persone: una delle quali è l’imputato Vito Mazzara. Degli altri due non sappiamo nulla. Ma le indagini continuano. In questi 22 anni non si sono mai fermate”.
Secondo Paci, anche quando hanno seguito piste contrapposte, hanno avuto comunque il “grande merito di evidenziare la figura di Rostagno ed il sistema economico di potere in provincia di Trapani negli anni Ottanta”. Il pm è soddisfatto per la grande partecipazione di giovani al dibattimento e per l’affollato gruppo di associazioni e di istituzioni come i Comuni, la Provincia e la Regione, che hanno chiesto di costituirsi parte civile “perché vuol dire che la società non ha dimenticato Rostagno e la sua opera”.
L’accusa, ha anticipato Paci, si sforzerà di “mettere un punto fermo almeno sull’esecuzione materiale dell’agguato” avvenuto il 26 settembre 1988. L’inchiesta comunque continua, nella ricerca degli altri due componenti del gruppo di fuoco.
“Oggi entra in quest’aula un pezzo di verità, ma non è ancora tutta la verità”. Lo ha detto Antonio Ingroia che, con Gaetano Paci, rappresenta l’accusa al processo per l’omicidio Rostagno. “Sono soddisfatto – ha aggiunto – di essere qui come magistrato e come cittadino, considerato che mi occupo di questo caso sin dal 1996. Questa vicenda dimostra che la giustizia a volte arriva tardi ma non è mai troppo tardi”.
“Questo processo servirà a mettere un primo punto fermo: la presenza di Cosa nostra, la sua compartecipazione rispetto ad altri protagonisti. Ma dovrà servire anche a far luce sui tentativi, riusciti, di depistaggio”. L’ha detto il pm Gaetano Paci in apertura del dibattimento, aggiungendo che le indagini dei carabinieri presentano “miopie investigative, approssimazioni, superficialità e, per ora, ci fermiamo a questo”.
Il pm ha annunciato alla Corte che intende “ricostruire gli ostacoli che hanno impedito l’accertamento della verità”. Paci ha più volte sottolineato che la matrice mafiosa c’é “almeno per l’esecuzione materiale del delitto”, e lo si riscontra anche “nella serialità, nel modus operandi”.