CATANIA – L’ampliamento della base militare, i contenziosi amministrativi, l’entrata in scena degli ufficiali dell’Aeronautica: come si è svolta la vicenda che ha portato all’arresto, questa mattina, di Matteo Mazzamurro e Giuseppe Laera, tenente colonnello e luogotenente in servizio al Terzo Reparto Genio di Bari dell’Aeronautica, nelle parole del procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro.
L’esproprio e il ricorso
“Tutto nasce – racconta Zuccaro – nel momento in cui, nel maggio 2020, si decide di espropriare delle aree per l’espansione della base militare Nato di Sigonella. Allora si individuano i terreni che devono essere espropriati e si determina un certo valore per ettaro del terreno che deve essere espropriato, ma questa richiesta non viene ritenuta congrua da parte della Sater, la ditta che avrebbe avuto il maggiore danno da questa espropriazione. La Sater immediatamente propone ricorso al Tar, chiedendo che venga annullato il decreto direttoriale dell’Aeronautica militare con la quale si determinava in un’estensione di terreno che non corrispondeva con l’intera area dell’azienda agricola, il provvedimento di dichiarazione di pubblica utilità ed esproprio”.
“Contestualmente alla proposizione del ricorso – continua Zuccaro – la Sater faceva, così come prevede il decreto in materia di espropri, una proposta all’Amministrazione militare di espropriare l’intera area dell’azienda agricola Sater, dicendo che in tal caso si sarebbe rinunciato al ricorso giurisdizionale. Si sarebbe arrivati a un accordo. Quindi si recepiva sostanzialmente, in via subordinata, questa proposta di espansione”.
La proposta di corruzione
“Da parte dell’amministrazione militare, siamo arrivati a questo punto all’aprile del 2021 – racconta ancora Zuccaro – si decide, nella persona di uno degli indagati, il luogotenente Laera, di prendere contatti diretti con il collaboratore della Sater, e si chiede a questo collaboratore di affidare a un determinato consulente che viene nominativamente indicato, l’incarico di procedere a una valutazione diversa, più congrua, per la ditta che deve subire l’espropriazione del valore del terreno. L’agenzia del Demanio l’aveva calcolato in una determinata cifra, gli si propone di presentare una consulenza e di proporre quindi un maggiore valore per l’esproprio”.
“Non appena viene formulata questa richiesta, a distanza di tre giorni, il collaboratore della SATER si reca dalla Guardia di Finanza denunciando questa istigazione alla corruzione”.
La denuncia
“Quindi questa indagine parte dal senso, da parte del privato – dice ancora Zuccaro – della criminalità della richiesta che gli veniva fatta e dalla volontà di non soggiacere a questa richiesta, che teoricamente era una richiesta che alla ditta sarebbe convenuta, perché avrebbe percepito una somma maggiore che sarebbe stata invece dannosa per lo Stato, che avrebbe subito un danno notevolmente elevato”.
“Sappiamo che il collaboratore della Sater, impresa proprietaria del terreno da espropriare, ha avuto per la denuncia il consenso dell’amministratore unico Mario Ciancio Sanfilippo” ha concluso Zuccaro.