Si e’ concluso con tre assoluzioni e 19 condanne a pene per complessivi 159 anni di carcere il processo d’appello, denominato Eos, a 22 presunti esponenti delle cosche mafiose palermitane di San Lorenzo e Resuttana. Scagionati Francesco Militano, Antonino Genova e Michele Pillitteri, condannati in primo grado. Dichiarato estinto il reato contestato al boss Vincenzo Troia, morto due giorni fa in carcere. Gli imputati erano accusati a vario titolo di mafia, estorsione e danneggiamenti. Lievi riduzioni di pena sono state disposte dai giudici della sesta sezione delle corte d’appello per Michele Patti, Sergio Giannusa, Salvatore Randazzo, Domenico Alagna, Francesco Costa, Nicolo’ Ferrara, Riccardo Milano, Vito Nicolosi, tutti condannati a 8 anni.
Con la continuazione ha avuto 15 anni e 4 mesi il capomafia Carmelo Militano, 9 Salvatore Baucina. A due anni è stato condannato il pentito Manuel Pasta e a due anni e 8 mesi Giovanni Razzanelli. Per il resto la sentenza ha confermato la decisione del gup Mario Conte – il processo si svolgeva in abbreviato – che aveva disposto la condanna di Bartolo Genova (12 anni e 8 mesi), Angelo Bonvissuto (8 anni), Stefano Fidanzati (10 anni e 8 mesi) fratello del boss Gaetano, Agostino Pizzuto, il custode di Villa Malfitano dove furono trovate le armi dei clan (9 anni e 4 mesi), Antonino Caruso (9 anni e 4 mesi), Antonino Troia e Antonino Tarantino, entrambi condannati a 8 anni.
La corte ha confermato i risarcimenti riconosciuti alle associazioni che si erano costituite parte civile, alla Provincia di Palermo e agli imprenditori vittime del pizzo tra cui Marcello Giliberti, titolare del circolo ‘Telimar’, e Antonio e Pietro Parisi, gestori del Privilege.