L’Anci Sicilia ritrova l’unità e dopo un’intensa giornata di lavori elegge il suo nuovo presidente, il sindaco di Alcamo Giacomo Scala, che succede al primo cittadino di Palermo Diego Cammarata. Una soluzione unitaria trovata in extremis dopo che nel pomeriggio si era rischiata una clamorosa spaccatura, ma che alla fine ha accontentato tutti e ha premiato l’asse Pd-terzo polo. “Sono molto contento di come si è svolto il congresso – dice Scala che fa parte della corrente Innovazioni dei democratici – l’Anci ne esce rafforzata e ancor più unita. Se si è autorevoli, allora si può essere interlocutori credibili con le altre istituzioni per rafforzare le autonomie locali”.
La giornata è stata un importante banco di prova delle alleanze regionali, anche in vista di un possibile rimpasto a Palazzo dei Normanni, e ha certificato la tenuta degli accordi fra centrosinistra e terzo polo.
Il decimo congresso, che ha visto la partecipazione di 193 sindaci sui 258 aventi diritto in quanto in regola con i pagamenti (su un totale di 390 primi cittadini isolani), ha eletto oltre al presidente anche il consiglio regionale che sarà incaricato di eleggere il successore di Scala il prossimo maggio, quando scadrà il secondo mandato del sindaco della cittadina trapanese. Dei 65 componenti, di cui 10 di diritto (i sindaci delle città capoluogo e un rappresentante per le isole) e 55 eletti oggi con la lista unica (30 sindaci o presidenti di unioni e 25 consiglieri), 36 appartengono all’asse fra centrosinistra e terzo polo e 29 al centrodestra. Nello specifico, 12 sono andati all’Mpa, 12 al Pd, cinque a Fli e Udc e uno a testa per Sel e Api; nel centrodestra 14 al Pdl, otto a Fds e sette al Pid. Resta fuori l’Idv, ma il neopresidente Scalia si è detto pronto a rimediare a quello che ha definito un ‘disguido’: “Se l’accordo è unitario deve esserlo con tutti, quindi faremo rientrare anche l’Italia dei Valori”.
L’accordo, però, riguarda anche gli altri organi statutari dell’Anci che, sebbene verranno eletti presumibilmente a settembre, in vista del congresso nazionale di ottobre a Brindisi per il quale sono stati scelti tre consiglieri nazionali e 33 delegati, sono stati già designati. L’ufficio di presidenza, oltre a Scala, comprenderà ben cinque vicepresidenti, uno per tutti i maggiori partiti, il che potrebbe portare a 11 il numero totale dei componenti del direttivo. Poi sarà la volta del segretario generale, del collegio dei Revisori dei conti e della Siscom srl, la società facente capo all’Anci, la cui guida che finora veniva affidata al presidente andrà invece all’Udc. In barba a tagli e risparmi, sarà istituito, oltre all’amministratore, anche un consiglio di amministrazione.
”Mi congratulo con Giacomo Scala – commenta l’uscente Diego Cammarata – e gli auguro buon lavoro. Giacomo Scala sarà certamente un buon presidente e garantirà l’immagine dell’Associazione, lavorando nell’interesse di tutti i comuni siciliani”.
Parole concilianti di Cammarata che già all’inizio del congresso, tenutosi presso l’ex Deposito delle Locomotive di Sant’Erasmo a Palermo, aveva annunciato la sua intenzione di non ricandidarsi ad alcun ruolo dell’associazione. Fallito il tentativo del sindaco di Siracusa, Roberto Visentin, di rinviare l’assise (Cammarata ha preso il posto di Visentin nel 2009 in un’animata kermesse le cui sorti sono state decise da un tribunale), si è passati alle trattative. Dei 193 sindaci presenti, meno di 50 appartenevano al centrodestra e questa ha messo da subito in salita i piani di Pdl, Fds e Pid. In un primo momento, l’accordo unitario non era stato trovato, il che avrebbe comportato l’abbandono del congresso da parte del centrodestra e l’estromissione da tutti gli organi dell’Anci, oltre a vere elezioni che avrebbero rappresentato una novità per il sindacato dei comuni abituato a nominare per acclamazione in base ad accordi bipartisan. Soltanto a poche ore dalla chiusura è arrivata la quadra, grazie alle continue trattative e riunioni che hanno visto impegnati big e segretari di partito, fra cui quello del Pd Giuseppe Lupo che ha indicato a sorpresa nel consiglio il consigliere comunale di Palermo Salvatore Furceri, dato ormai per fuoriuscito dalla corrente del segretario.
L’assise ha visto l’asse Pd-terzo polo indicare Scala alla presidenza e assicurarsi la maggioranza in consiglio in vista della successione.