Palermo, pistolettate per i dolci: intercettazioni nulle, assolti

Palermo, pistolettate per i dolci: intercettazioni nulle, assolti

Erano imputati di favoreggiamento. La stanza dell'ospedale imbottita di microspie

PALERMO – Le intercettazioni sono inutilizzabili. Tutti assolti gli imputati accusati di favoreggiamento per avere “protetto” il presunto autore di un tentato omicidio. Nel 2014 una lite al bar per una guantiera di dolci finì a pistolettate.

Un colpo di pistola alla coscia

Ivan Firriolo, pregiudicato di 31 anni, si presentò al pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo. Un colpo di pistola alla coscia gli aveva provocato la frattura del femore. All’indomani la stanza dell’ospedale fu imbottita di microspie che registrarono le conversazioni del ferito con parenti e amici. Era la presunta ricostruzioni di quanto accaduto la sera precedente. Firriolo era arrivato alle mani con Michele Sollima, pure lui pregiudicato, “per il fatto della guantiera si sono acchiappati si sono ammazzati al bar…”.

Microspie in ospedale

Il litigio sarebbe nato da una battuta di troppo, dopo che Firriolo aveva comprato un vassoio di dolci “a credito”, cioè senza pagarlo subito. Ed erano riemersi vecchi rancori. Sollima, infatti, sarebbe stato picchiato più volte da Firriolo. E così, dopo avere preso un pugno nell’occhio, avrebbe chiamato in soccorso alcune persone, tra cui Pitarresi. La lite sarebbe proseguita non più al bar, da dove erano stati allontanati, ma in via Alfa XI, strada di alloggi popolari a Villabate. Qui sarebbe intervenuto anche il cognato di Firriolo: “… a che stavamo parlando, che lui (Ivan Firriolo, ndr) se la voleva discutere con Giampiero (Giampiero Pitaressi, considerato in quel momento il reggente del mandamento mafuoso ndr) è arrivato questo (Michele Sollima, ndr) con il revolver… ha girato da dietro… ti sparo”.

Alla scena avrebbe assistito Pitarresi, dunque: “… i picciotti ci volevano dividere… Giampiero… lui è stato… che gli dice: ‘Fateli ammazzare’… perché non li dividi?… dice: ‘Li devi fare ammazzare’”.

La tesi difensiva

I difensori degli imputati, gli avvocati Nino e Marco Zanghì, Marcello Pirrotta, Raffaele Bonsignore, Giuseppe Lo Curto e Natale Pietrafitta hanno sollevato la questione dell’inutilizzabilità delle conversazioni, che erano state intercettate nell’inchiesta per il tentato omicidio, nel processo in cui veniva contestato il favoreggiamento. Un reato, quest’ultimo, per il quale non è possibile disporre le intercettazioni.

E così sono stati assolti Benito Montaperto, Vincenzo Russo, Rosaria Nicosia, Giovanni e Ivan Firriolo (anche la vittima era imputata) a cui veniva contestato di avere reso dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria per aiutare l’indatao del tentato omicidio.


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