Sotto inchiesta, a Palermo, i sei presidenti dell’Amap che si sono alternati, dal 2002 a oggi, alla guida dell’ex municipalizzata che gestisce le risorse idriche in città. Nel registro degli indagati è finito anche il responsabile del depuratore di Fondo Verde attorno a cui ruota l’inchiesta. L’impianto stamani è stato sequestrato dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico.
Agli indagati vengono contestati i reati di “inadempimento di contratti di pubbliche forniture” e “sversamento sul suolo di rifiuti liquidi”. L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Calogero Ferarra, ha fatto emergere l’esistenza di un contratto con il Comune che impegnava l’ex municipalizzata ad ampliare l’impianto. I soldi ci sono, circa dieci milioni di euro, ma finora non sarebbero stati spesi. Nel depuratore di via dell’Olimpo sono trattati i reflui provenienti dai quartieri Mondello, Valdesi, Partanna Mondello, Zen, Zen 2, Pallavicino, Villaggio Ruffini. Una vasta fetta di città dove vivono oltre 150 mila persone. L’impianto può ricevere 1900 metri cubi di acque nere all’ora. Ad ogni temporale, però, la massa di acqua sale a oltre 2800 metri cubi.
Troppi. Risultato: i reflui tracimano e invadono le strade. L’ultimo episodio si è verificato il 15 ottobre scorso. L’inchiesta è partita dai controlli degli operatori dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che ha riscontrato lo sforamento dei livelli di inquinamento del depuratore. L’impianto di Fondo Verde, dopo il sequestro, è stato affidato alla stessa Amap. Con l’obbligo di gestirlo come finora non sarebbe stato fatto.