PALERMO – “Proviamo sconcerto e disorientamento per la scelta scellerata che, a fronte dell’apertura di tutte le altre attività produttive e ricreative dei nostri territori, penalizza la scuola, privando, ancora una volta, i nostri bambini e i nostri studenti, in modo particolare anche dei disabili e delle fasce fragili, del loro diritto allo studio”. Dopo il caos generato dalle ordinanze dei sindaci per impedire la riapertura delle scuole, è questa la presa di posizione del mondo della scuola con un comunicato congiunto firmato da Sebastiano Maggio, rappresentante dell’Age, Mario Malcangi e Maurizio Nobile dell’Associazione genitori scuole cattoliche, Luciano Ventura di Confcooperative, da padre Vitangelo Carlo Maria Denora S della FIDAE, Dario Cangialosi della Federazione italiana scuole materne e dal rappresentante di Legacoopsociali Giuseppe Fiolo.
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“La decisione affermano nel comunicato le associazioni – è stata presa anche in contrasto con la nota del Governo regionale che, dopo la lunga seduta mattutina della Task Force sull’istruzione, attraverso le dichiarazioni dell’Assessore On. Prof. Roberto Lagalla, garantiva da oggi la riapertura di tutte le scuole. Tutto ciò proseguono – è avvenuto malgrado la Sicilia sia la Regione con il più alto tasso di abbandono scolastico, fenomeno ulteriormente aggravato dalla crisi pandemica degli ultimi due anni. Inoltre è stato ignorato del tutto il fatto che siamo nella Regione a più alto tasso di povertà educativa e quella con il maggiore gap legato al digital device”.
Segue così l’appello al Governo nazionale “affinché intervenga per scongiurare gli effetti di questa decisione, che temiamo rischia di protrarsi a tempo indefinito. Ciò – si legge nella nota – ad ausilio delle richieste degli Enti e operatori del settore e soprattutto quello delle famiglie e degli studenti che, con ottimistiche certezze, da subito si sono uniformate alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio e del suo Ministro all’Istruzione, che con serie argomentazioni, soltanto due giorni fa, in conferenza stampa, ribadivano con estrema chiarezza una linea che non prevede, in alcun modo, la chiusura delle scuole salvo casi di contagio certificati dalle autorità sanitarie”.
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“Non possiamo – continuano i rappresentanti delle sigle – , inoltre fare a meno di osservare che tutte le altre Regioni e Comuni Italiani, seppur a rischio di passaggio in zona arancione per l’alto numero di contagi, come la Sicilia, si sono attenute alle indicazioni del Governo che non ha esitato in qualche caso ad impugnare il provvedimento di chiusura delle scuole”.
Il mondo della scuola cattolico e cooperativistico critica infine la chiusura dei servizi all’infanzia “che – spiegano -, in passato non sono stati chiusi nemmeno durante la permanenza della nostra Regione in zona rossa, per una valutazione strategica e programmatica basata sulle seguenti considerazioni: I bambini da zero a cinque anni non usano e quindi non intasano ulteriormente i mezzi pubblici per andare a scuola, non possono indossare le mascherine, non possono essere vaccinati, non rientrano nella scuola dell’obbligo (purtroppo), creano, rimanendo a casa, seri disagi ai genitori e soprattutto alle donne lavoratrici”.