“Yuri Illich Prylypko è morto mentre distribuiva il pane agli affamati e medicine ai malati”. E’ un annuncio del comune di Gostomel, vicino a Kiev. Yuri era il sindaco. Scrivono di lui: “E’ morto come ha vissuto. Tutti sapevano che nel momento più difficile non avrebbe respinto o rifiutato nessuno, è morto per Gostomel, è morto da eroe. Lui e i fratelli di Ruslanom Karpenkom e Ivan Zorya sono stati fucilati dagli invasori. Data la situazione, è impossibile invitare al funerale, basta ricordare e pregare”. L’ultimo passaggio ricorda che nell’Ucraina devastata non si può vivere e non si può nemmeno morire come si deve. E che perfino le esequie rappresentano un lusso.
Gostomel è sede di un aeroporto strategico, uno dei teatri di questa invasione con episodi particolarmente cruenti. E’ stato lo stesso presidente ucraino Zelensky ad assegnarle lo status di “città eroica”, in una guerra che vede un popolo opporsi a una feroce campagna di conquista.
“Yuri Prylypko stava distribuendo cibo e farmaci ai suoi concittadini. È stato ucciso da una raffica di proiettili scagliati da militari russi. Stava facendo il suo dovere di sindaco insieme ad alcuni volontari; confortava e aiutava i suoi concittadini, che soffrono in una condizione drammatica – dice Enzo Bianco, presidente del consiglio nazionale Anci e componente della presidenza del comitato delle Regioni Ue -. I sindaci sono sempre in prima linea in ogni parte del mondo”. Bianco esprime “cordoglio e tristezza per questa morte e per quella di tanti innocenti da parte di tutti gli amministratori italiani, ma anche ferma e rinnovata condanna per la violenza efferata di questa guerra che deve assolutamente essere fermata”.
Ma la guerra non si ferma e le vittime innocenti sul campo aumentano, come documenta la foto choc di una mamma uccisa con i suoi due figli bambini, sempre nei pressi di Kiev.