Palermo, scippa la borsa a una pm: scarcerata, c'è un errore - Live Sicilia

Palermo, scippa la borsa a un pm: scarcerata, c’è un errore

È accaduto lo scorso ottobre in via Roma

PALERMO – I termini di fase sono scaduti. Una donna palermitana, indagata e arrestata per uno scippo, è stata scarcerata dal Tribunale del Riesame di Caltanissetta.

A occuparsi del caso di Antonina Guarino, 32 anni, sono i giudici nisseni perché, pur essendo avvenuti a Palermo, i fatti coinvolgono un pubblico ministero in servizio nel capoluogo siciliano. La competenza dunque passa a Caltanissetta.

È un sostituto procuratore della Repubblica la vittima del tentativo di scippo. Lo scorso ottobre in via Roma una donna cerca di strappare la borsa del magistrato, che riesce a resistere. A quel punto la ladra scappa. Alla sua identità gli investigatori risalgono dall’analisi delle immagini di un impianto di video sorveglianza.

Guarino finisce agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, ma evade. Subito rintracciata per lei viene deciso un aggravamento della misura cautelare. Merita il carcere.

Le indagini vanno avanti e la Procura di Caltanissetta notifica all’indagata un avviso di conclusione delle indagini, seguito da una richiesta di processo con il rito immediato previsto quando le prove sono evidenti.

Alessandro Musso, avvocato

Il difensore, l’avvocato Alessandro Musso, però, fa notare un errore: si tratta di un reato per il quale non si deve passare dal giudice per l’udienza preliminare, ma bisogna approdare in Tribunale con una citazione diretta.

E così quando il processo approda al Gup l’avvocato chiede la nullità della citazione. Istanza accolta e atti rimandati al giudice per le indagini preliminari affinché si pronunci di nuovo sulla richiesta di misura cautelare.

Quest’ultimo ritiene che ci siano le esigenze cautelari e conferma la custodia in carcere. Il difensore non ci sta, fa notare che i termini di fase sono scaduti, ma il gip respinge l’istanza di scarcerazione.

Da qui il ricorso al Tribunale del Riesame di Caltanissetta. Il collegio presieduto da Salvatore Catalano gli ha dato ragione. L’imputata seguirà il processo in Tribunale a piede libero. I termini, in questo caso di tre mesi, fra il passaggio dalla fase delle indagini preliminari a quella processuale, sono scaduti. Non si poteva tenere la donna ancora in carcere.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI