PALERMO – Matteo con i suoi ventitrè anni segue ogni giorno l’esempio di Falcone e per lui “Oggi è un giorno come gli altri”, Maria Luisa, orgogliosa del suo servizio civile, “vuole combattere per un mondo migliore”. Sono alcune delle testimonianze di giovani e meno giovani; di chi quel 23 maggio di trent’anni fa lo ha vissuto e di chi lo ha studiato; di chi lo ha ricordato e lo vive come un esempio quotidiano.
Tanti lenzuoli con i pensieri dei giovani, degli alunni delle scuole, dei gruppi che sono intervenuti numerosissimi all’albero Falcone per testimoniare la loro presenza nel trentennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio. L’albero simbolo della rinascita della società civile, in via Notarbartolo a Palermo, è diventato un monumento nazionale. Sul palco davanti all’albero si sono alternati Giovanni Caccamo, I Sansoni, Roberto Lipari, Malika Ayane e Matteo Romano, e Gianni Morandi che ha fatto cantare tutti.
Una strada colma di gente che finalmente si è ritrovata dopo due anni di pandemia, insieme a cantare, sorridere, applaudire e testimoniare al nostro microfono cosa significa questa giornata per loro e cosa scriverebbero sul loro lenzuolo bianco. Nelle loro parole c’è il coraggio, la speranza e la voglia di sconfiggere la mafia, come ha detto Anna Sofia di 10 anni :“la Mafia non è invincibile e insieme ce la faremo”.