CATANIA. “Non stacchiamo la spina. Catania vuole vivere”. Una manifestazione in piazza Università, stamattina, che ha visto uniti associazioni di categoria, commercianti, lavoratori e sindacati contro il caro bollette che sta costringendo numerose attività ad abbassare la saracinesca. Salvo Politino è il presidente di Assoesercenti Sicilia e Unimpresa.
“Il caro energia è diventato insostenibile anche nel nostro territorio. L’aumento delle bollette di luce e gas per le aziende del settore della ristorazione, del turismo, del commercio e dei servizi, sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molte attività, con la conseguenza di un disastro economico ed occupazionale – continua Politino – l’impatto della crisi energetica, dopo quella pandemica, sarà durissimo, e molte attività sono già al collasso.
Il nuovo governo deve, come priorità assoluta, affrontare il caro energia e trovare soluzioni con l’Europa». Dario Pistorio è il presidente di FipeConfcommercio “il caro bollette è diventato insostenibile e gli aiuti arrivati dal Governo sono solo palliativi. Chiediamo, con forza, al nuovo Governo Nazionale e a quello Regionale di mettere a bilancio, subito, somme che possano aiutare tutte le imprese che da luglio scorso hanno visto più che raddoppiate le spese energetiche”. Pronto un documento contenente una serie di proposte da sottoporre, immediatamente, al futuro Governo Regionale.
“Per far fronte al problema in maniera più incisiva serve un Energy recovery fund, un tetto al prezzo del gas e la riforma dei meccanismi e delle regole di formazione del prezzo dell’elettricità – aggiunge Politino – per contrastare l’impennata dei prezzi energetici si chiede che il credito d’imposta del 30% per i cosiddetti “non energivori”, destinato a contenere l’impatto delle bollette elettriche, venga esteso nel tempo e aumentato al 40%. Andrebbe previsto, anche, un più forte ristoro per quelle bollette con incrementi dei costi dei consumi elettrici superiori al 100% Tra le misure necessarie per supportare le imprese, dovrebbe esserci un rafforzamento degli strumenti di garanzia, la ristrutturazione dei prestiti, il rinnovo delle moratorie creditizie e l’allungamento di altri 24 mesi dei periodi di pre ammortamento previsti per i finanziamenti già erogati”.
Alla Regione Siciliana le imprese chiedono nuove misure, tramite l’Irfis, che prevedano un contributo a
fondo perduto del 70% sugli incrementi del prezzo dell’energia per l’anno 2022 rispetto al 2021 e un
finanziamento a tasso 0% con 24 mesi di pre ammortamento per il restante 30%.
Chiedono, inoltre, un ulteriore allungamento di 24 mesi del periodo di pre ammortamento sulle misure Covid già erogate a favore delle imprese beneficiarie. E, ancora, dovrebbero essere riproposte e prorogate le norme emergenziali del periodo pandemico in materia di riduzione del capitale e di sospensione temporanea degli ammortamenti, andrebbe consentito un ammortamento pluriennale dei costi energetici. Pronta un’altra protesta il prossimo 7 novembre, quel giorno tutte le imprese siciliane da Palermo a Catania spegneranno le luci se le risposte governative non dovessero arrivare in tempi più che veloci. La “Scilia si spegne?”.