L’epidemia di Covid in Italia a livello nazionale è in una fase di stasi per quanto riguarda casi positivi e ricoveri; si osservano rapide variazioni dei trend dei ricoveri a livello regionale e in 31 province si nota invece una fase di crescita dei positivi. Aumenta il numero decessi, pari a 110 al giorno. Lo indica l’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), basata sui dati aggiornati al 5 gennaio, ultimo giorno in cui il governo li ha resi disponibili.
“L’analisi dei dati giornalieri indica che la percentuale dei positivi ai test molecolari è in fase di stasi e l’occupazione dei reparti ospedalieri è in fase di stasi o di debole decrescita. In crescita invece l’incidenza dei decessi e, a livello regionale, si nota una variabilità di settimana in settimana nell’occupazione dei reparti ospedalieri”, rileva il matematico.
“A livello nazionale, la percentuale dei positivi ai test molecolari è in fase di stasi, con un valore medio al 5 gennaio pari a circa il 12%, mentre l’occupazione dei reparti ordinari e di terapia intensiva sono in stasi o debole decrescita, con valori medi al 5 gennaio rispettivamente del 12.5% e 3.4%. Queste percentuali sono calcolate dalle capienze ospedaliere che purtroppo Agenas non aggiorna più sul sito dal 29 ottobre. L’incidenza giornaliera dei decessi è in fase di crescita con un valore medio al 5 gennaio pari a circa 110 morti al giorno”, osserva Sebastiani. A livello regionale, da circa 8 giorni sono in fase di stasi le quattro regioni che al 29 dicembre avevano la sequenza dell’occupazione dei reparti di terapia intensiva in crescita (Abruzzo, Emilia Romagna, Sardegna e Umbria).
“In Umbria anche la sequenza dell’occupazione dei reparti ordinari è in stasi”, aggiunge l’esperto. Per i ricoveri nei reparti ordinari, si osserva una crescita in Calabria, con un livello medio al 5 gennaio pari a circa il 20% e un tasso medio di crescita pari a circa lo 0.3% al giorno, nel Lazio (11% e 0,05%), nella provincia autonoma di Bolzano (8% e 0,1%); in Basilicata si è osservato un piccolo aumento fino al 15% all’inizio di gennaio, ma il 4 e 5 gennaio si vedono segni iniziali di stabilizzazione dei valori. In crescita l’occupazione delle terapie intensive in Puglia (4.5% e 0,2%).
L’analisi delle differenze settimanali dell’incidenza giornaliera dei positivi totali a entrambi i tipi di test per il virus SarsCov2 rileva una fase di crescita in 31 province che, a eccezione di quella di Sondrio, sono raggruppate in due cluster. Di questi, uno è al Centro-Sud e comprende le province confinanti di Perugia, Terni, L’Aquila, Rieti, Roma, Latina, Caserta, Avellino, Benevento, Salerno, Campobasso, Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto, Matera, Potenza, Cosenza e Crotone. L’altro cluster è composto da tutte le province della Sicilia. Nelle cinque province di Sondrio, Matera, Bari, Messina e Siracusa, l’incidenza nei sette giorni procedenti il 6 gennaio è aumentata più del 50% rispetto ai sette giorni precedenti. Ecco di seguito i valori dell’incidenza (numero di casi per 100.000 abitanti) nelle province nei sette giorni procedenti il 6 gennaio: Da 300 a 400: Pescara e Padova (400), Chieti (390), Terni, Venezia e Ascoli Piceno (360), Perugia, Teramo e Vicenza (340), Lecce, Latina e Catanzaro (330), Macerata e Treviso (320), Ragusa (310) e Salerno (300). Da 200 a 300: Avellino, Rovigo, La Spezia, Cosenza, Brindisi e Ravenna (290), Fermo, Campobasso, Bari, Palermo, Messina e L’Aquila (280), Udine, Forlì-Cesena, Belluno, Massa Carrara e Cagliari (270), Roma, Taranto, Benevento e Pordenone (260), Siracusa e Rieti (250), Verona, Agrigento e Ferrara (240), Livorno, Foggia, Frosinone, Trapani, Mantova e Oristano (230), Gorizia, Ancona, Reggio Emilia, Trieste e Rimini (220), Reggio Calabria, Catania, Pisa, Caltanissetta e Caserta (210), Potenza e Arezzo (200). Da 100 a 200: Parma, Lucca, Crotone, Nuoro, Matera, Siena, Barletta-Andria-Trani e Lodi (190), Grosseto, Sassari, Napoli, Viterbo, Bologna, Trento, Novara e Pavia (180), Cremona, Pesaro e Urbino, Brescia, Modena, Monza e della Brianza (170), Lecco, Savona, Enna, Como, Imperia, Genova e Asti (160), Varese, Vibo Valentia, Piacenza, Alessandria e Isernia (150), Milano, Verbano-Cusio-Ossola e Sud Sardegna (140), Firenze e Biella (130), Torino, Vercelli, Sondrio e Pistoia (120), Prato, Bergamo e Cuneo (110), Bolzano (100). Meno di 100: Aosta (80).