PALERMO – Matteo Salvini esulta. Scandisce ogni parola di un discorso dai toni trionfali.
Ha subito svestito i panni dell’imputato. È il politico che parla.
Non è uno caso che dica di rivolgersi “ai milioni di Italiani che attendevano la sentenza”.
E non lo è neppure che il suo primo riferimento sia alla Lega.
Politico è il significato delle parole pronunciate all’esterno dell’aula bunker del carcere Pagliarelli una manciata di minuti dopo che il Tribunale lo ha mandato assolto con la più ampia delle formule “perché il fatto non sussiste”.
Non sussiste né il sequestro dei migranti a bordo della Open Arms, né il rifiuto di atti di ufficio.
Salvini assolto, cosa ha detto
“Dopo tre anni ha vinto il buon senso, ha vinto la Lega, ha vinto l’Italia, ha vinto il concetto che difendere la patria, contrastare scafisti, ong straniere, proteggere i nostri figli non è reato ma è un diritto – dice il ministro -. Ci abbiamo messo un po’, ma ci siamo arrivati e vado avanti ancora più determinato”.
“La sentenza non assolve solo Matteo Salvini, assolve un’idea di Paese – aggiunge -. Entrare in Italia prevede dei limiti, delle regole, dei controlli. Chi usa gli immigrati per fare battaglia politica oggi ha perso, oggi torna in Spagna con le mani in saccoccia. Abbiamo rischiato, ma chi nella vita non rischia non va da nessuna parte”.
Quindi la più chiara delle rivendicazioni politiche: “Abbiamo fatto il nostro dovere. Contrastare l’immigrazione di massa, l’invasione organizzata e finanziata non è un reato ma è un diritto. Oggi è una bellissima giornata buon Natale a tutti”.