PALERMO – “Bar Villa Zito è tutt’altro da quanto appreso in questi giorni dagli organi di stampa”. Lo sottolinea una nota del rappresentante legale della società Luigi Caffarelli, dopo l’arresto dello chef del locale Mario Di Ferro nell’ambito di un’inchiesta della Procura su un giro di spaccio di cocaina a vip ed esponenti della Palermo “bene”.
Nel dichiararsi “sconcertata, assolutamente estranea e pesantemente danneggiata dai fatti appresi in questi giorni dagli organi di stampa”, la società esprime “il suo più profondo rammarico e la sua più sincera mortificazione per l’esposizione mediatica cui ha indirettamente sottoposto la Fondazione Sicilia”.
La nota ricostruisce anche le vicende societarie del locale. “Nell’aprile del 2022, nell’ottica di un risanamento aziendale, Bar srl ha dato in affitto il ramo di azienda relativo all’attività di ristorazione con somministrazione alla società Villa Zito srl, il cui legale rappresentante è il signor Mario Di Ferro. Detto risanamento è stato peraltro reso impossibile dalla mancata corresponsione della quasi totalità dei canoni di affitto del ramo di azienda (ad oggi Bar srl vanta un credito di oltre 200mila euro nei confronti di Villa Zito srl)”.
“Bar srl – conclude la nota – sta provvedendo, nei tempi e nei modi concessi dalla legge, alla disdetta del contratto di affitto del ramo di azienda con Villa Zito srl e sta lavorando alacremente per porre rimedio a questa pesantissima situazione in cui si è suo malgrado trovata, al fine di evitare la perdita delle tante posizioni lavorative dei dipendenti e del patrimonio di professionalità acquisito in questi otto anni di attività”.