PALERMO – L’appalto è stato annullato e i contratti già stipulati sono stati dichiarati inefficaci. Chi pulirà gli ospedali? Un decreto della Centrale unica di committenza della Regione siciliana archivia la maxi gara da 227 milioni per i servizi di pulizia negli ospedali e nelle Asp. Il decreto del 17 luglio porta la firma del dirigente generale Giovanni Di Leo. Solo che nel frattempo ci sono imprese che hanno lavorato e sono state pure pagate. L’assessorato alla Sanità chiede così di rivedere il provvedimento.
Cosa disse il Cga
Tutto nasce da una sentenza con cui il Cga chiedeva di ripartire da zero, nominando una nuova commissione di gara. Nel decreto si legge che “è stato chiesto a tutti gli enti del servizio sanitario regionale di indicare un nominativo da sottoporre a sorteggio per la nomina di presidente della costituente Commissione per la definizione della procedura di gara. Nessuno degli enti ha indicato un nominativo per la nomina di presidente della commissione di gara per il riesame delle offerte presentate dagli operatori economici”.
Il giro di corruzione
Risultato: gara annullata in autotutela. Si chiude per sempre la storia dell’appalto finito al centro delle indagini e del processo sul giro di corruzione orchestrato da Fabio Damiani, ex presidente della Centrale unica di committenza che gestisce gli appalti per la Regione siciliana.
Ad aggiudicarsi la fetta più grossa dell’appalto, bandito nel 2017, era stata la Pfe. il cui presidente, ormai ex, Salvatore Navarra ha confessato di avere promesso una tangente da un milione di euro a Damiani, che guidava la commissione di gara. “Ero sconvolto, ma rischiamo di perdere tutto”, ha raccontato Navarra che in primo grado è stato condannato a cinque anni e 10 mesi.
Già il Tar aveva deciso che bisognava fare scorrere la graduatoria. I lavori sono stati assegnati a chi si era piazzato dopo Pfe e cioè Dussmann (che ha ottenuto due lotti a Catania, uno a Palermo e uno a Siracusa), Manutencoop-Rekeep (che si è aggiudicata due lotti a Palermo, uno a Trapani e uno a Caltanissetta), e Markas-Pulitori e Affini (lotti a Catania e Messina). Fra corsi e ricorsi il servizio è partito nel 2021.
Il ricorso
Le altre società escluse hanno fatto ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa. Il provvedimento che azzerava tutto era stato emesso lo scorso maggio dal collegio presieduto da Ermanno De Francisco. Il giudice estensore era Antonino Caleca. Si decise “l’annullamento – quantomeno – del provvedimento di nomina della Commissione di gara e degli atti successivi, con la necessità di procedere a una nuova valutazione delle offerte presentate dagli operatori economici nella gara, in ragione della conservazione dell’efficacia degli atti antecedenti alla nomina della commissione non invalidati”.
La motivazione
In un passaggio decisivo del provvedimento si leggeva che “non è compito del giudice amministrativo (né della pubblica amministrazione) decidere in ordine alla colpevolezza o meno dei soggetti sottoposti all’indagine penale; ma è dovere del giudice amministrativo valutare se gli elementi acquisti in sede penale impongano di ritenere che la pubblica amministrazione non sia stata posta in condizione, nell’espletamento di una procedura pubblica, di individuare, in ipotesi, il migliore degli offerenti, soddisfacendo così il pubblico interesse; né, come in questo caso, di correttamente graduare tra loro le offerte dei partecipanti ulteriori a quelli risultati inizialmente vincitori, essendo stata in ciò impedita dalle finalità illecite che avrebbero mosso la maggioranza dei componenti del seggio nell’attribuzione dei punteggi non solo ai vincitori, ma anche agli altri partecipanti alla gara”.
Ci sono “elementi tali da poter ricavare la ragionevole convinzione che si sia verificata un’indebita influenza nei processi decisionali dell’amministrazione“. La Regione siciliana aveva un anno di tempo per trovare un nuovo aggiudicatario del servizio che nel frattempo era stato garantito dalle società che lo stanno già svolgendo. Ora l’annullamento in autotutela e l’inefficacia dei contratti. Ed è questo il vero problema da affrontare: le ditte chiamate grazie allo scorrimento della graduatoria hanno lavorato e sono state pagate. Se tutto venisse annullato ci sarebbe uno stop alle pulizie negli ospedali.