L’aeroporto di Trapani è il terzo scalo siciliano dopo Palermo e Catania, a guidarlo c’è Salvatore Ombra presidente di Airgest dal 2019. Per Ombra questo è un ritorno perché aveva già guidato, dal 2007 al 2012, lo scalo. Dal 2019, Trapani e il suo aeroporto sono in crescita, con un numero di passeggeri che ha già superato quota un milione e, per la prima volta nella sua storia, la società si appresta a chiudere un bilancio in positivo.
Presidente, dal 2019 è tornato alla guida di Airgest ma lo era stato già dal 2007 al 2012. Come è cambiato negli anni lo scalo di Trapani?
“Quando sono arrivato nel 2007 l’aeroporto era pressoché azzerato e contava circa 200mila passeggeri, quando l’ho lasciato contava un milione e 800mila passeggeri. Questo ha permesso allo scalo di passare dal ventisettesimo al diciassettesimo posto nel ranking degli scali nazionali. Sono tornato nell’agosto del 2019, con uno scalo che era in seria difficoltà. Addirittura nel marzo 2019 avrebbe interrotto ogni attività, mantenendo solo il volo per Pantelleria. Oggi lo scalo è vivo e vitale. In estate abbiamo avuto oltre 40 destinazioni. Il bilancio del 2022 l’abbiamo chiuso con 890mila passeggeri, mentre chiuderemo il 2023 con oltre un milione e 300mila passeggeri; la prospettiva è incrementare il traffico per arrivare a 2 milioni nel 2024. La cosa ancora più importante è che, per la prima volta nella storia di Airgest, il bilancio si chiude in positivo, presumibilmente tra i 500 e i 600 mila euro, che può sembrare poca cosa ma rispetto agli anni passati, quando il bilancio veniva chiuso con un buco 4 o 5 milioni di euro, riteniamo sia un segno importante soprattutto per la fiducia che hanno riposto nell’aeroporto di Trapani, prima il presidente Nello Musumeci e ora il presidente Renato Schifani”.
Il consiglio di amministrazione ha approvato il piano industriale per il prossimo triennio, cosa prevede?
“Ha previsto una serie di investimenti all’interno dell’aeroporto e una ristrutturazione dei costi che si sono ridotti nonostante l’aumento del traffico. Questo ha portato, già nel primo semestre di quest’anno, un risultato positivo per circa 90mila euro, che è stato consolidato al 30 settembre”.
Un altro obiettivo è quello di incrementare le rotte sia nazionali che internazionali.
“Assolutamente sì. C’è un piano di sviluppo e di crescita. La programmazione è quella di avere sulle due direttrici principali, cioè Bergamo e Malpensa, delle rotte continue con due o tre frequenze giornaliere in estate. Stiamo cercando il potenziamento di alcune linee importanti. L’aeroporto di Trapani non si pone come scalo alternato e alternativo a quello di Palermo, ma si pone come ulteriore asse del trasporto regionale e lo ha dimostrato soprattutto nell’emergenza di Catania, passando da circa 60 movimenti al giorno a circa 130”.
Quanto è stato difficile per voi affrontare questa emergenza che ha investito Catania?
“In quei ventuno giorni, Trapani ha fatto transitare oltre 130mila passeggeri. Dal nostro scalo sono passati oltre 17mila passeggeri al giorno. Si sono visti otre 130 movimenti al giorno e una media di 100 pullman quotidianamente raggiungevano il nostro scalo. È stata un’emergenza che ha messo a dura prova il Vincenzo Florio, ma devo dire che la buona volontà e una forte organizzazione ha fatto sì che questo venisse superato in maniera brillante. Basti pensare che non si è smarrito nemmeno un bagaglio”.
Cosa ha contribuito alla rinascita dell’aeroporto e quali sono gli obiettivi futuri?
“Ovviamente la Regione siciliana è la protagonista nello sviluppo e nel rilancio del nostro aeroporto. Il presidente Musumeci, così come adesso con convinzione il presidente Renato Schifani hanno investito e puntato sull’aeroporto. Non è mai mancata la sua presenza, la costanza e l’apporto, anzi ha fatto da pungolo affinché l’aeroporto potesse superare questi momenti di difficoltà economici ed era uno degli obiettivi principali del nostro aeroporto. Devo anche dare merito a tutta la Giunta che, con l’assessore Elvira Amata e l’assessore ai Trasporti, Alessandro Aricò, è sempre stata presente, spingendo affinché diventasse uno dei quattro assi fondamentali dello sviluppo del trasporto regionale assieme a Catania, Palermo e Comiso. È determinate come l’azionista (Regione Siciliana, ndr) che detiene il 99,97% assicuri la presenza per lo sviluppo del nostro scalo. È chiaro che l’aeroporto di Trapani, aldilà di consolidare i propri risultati positivi, deve consolidare e affermare la sua presenza nel territorio. L’obiettivo è superare il milione e mezzo di passeggeri nel 2024 e negli anni successivi. È fondamentale che ci sia una rete tra gli aeroporti, che si faccia sistema tra gli scali e si migliori l’intermodalità, per far sì che la nostra regione possa permettere al passeggero di muoversi tra gli scali. La mancanza di questo è stata messa in luce dalla criticità che ha avuto Fontanarossa, immaginate chi arrivando su Trapani, poi doveva farsi 4 ore di strada per tornare a Catania. Impensabile”.