Il progetto degli Stati Uniti d’Europa può essere sintetizzato a mio avviso in due sole parole: Europa Sovrana. Il punto fondamentale è che il sovranismo declinato a livello nazionale, per di più di un Paese di medie dimensioni, quale può essere l’Italia, ma anche l’Ungheria (per citare un esempio assolutamente non casuale) condanna quegli Stati ad una condizione di marginalità e di isolamento nel panorama internazionale. Al contrario, declinare il sovranismo su scala continentale porta l’Europa ad agire da big player mondiale, alla pari con altri giganti quali gli Stati Uniti e la Cina.
Il ruolo dell’Europa
In questa logica, l’Europa assume il ruolo di attore politico di riferimento nelle complesse dinamiche geopolitiche mondiali, interviene con autorevolezza per la soluzione delle situazioni di crisi e di conflitto, punta allo sviluppo economico coeso e solidale del Continente nel rispetto della sostenibilità, ma anche delle specificità dei sistemi dei diversi Paesi che la compongono.
Le sfide vinte
Non si parte da zero: molte sfide sono già state lanciate e vinte. Nell’alta formazione, ad esempio, con il Processo di Bologna per la standardizzazione dei titoli, ma anche con il successo dei programmi Erasmus e Marie Curie, quest’ultimo rivolto a dottorandi e post-doc. Nella ricerca, con la serie dei Programmi Quadro per la costruzione dello Spazio Europeo della Ricerca fino ai recentissimi Horizon 2020 ed Horizon Europe (2021-2027, con un budget di quasi 100 miliardi di euro.
Nella mobilità interna, con i grandi vantaggi offerti dagli accordi di Schengen, ma anche con la moneta comune, l’euro, ormai valuta di riferimento in grado di confrontarsi per stabilità e robustezza con il Dollaro.
La risposta comune al Covid
E ancora, la grande risposta comune al Covid-19, con il procurement centralizzato sui vaccini che ha costituito il passaggio fondamentale nella battaglia vittoriosa contro il virus, ma anche la gigantesca sfida di Next Generation EU per rilanciare lo sviluppo del Continente dopo il drammatico blocco imposto dalla pandemia.
Il salto in avanti necessario
Grandi sfide, grandi successi, ma adesso per raggiungere l’obiettivo dell’Europa sovrana occorre fare ancora un salto in avanti. Soprattutto servono regole di governo che rendano la Commissione europea più forte nel suo ruolo decisionale, con un presidente della Commissione eletto a suffragio universale da tutti i cittadini dei Paesi membri.
L’unanimità che non piace
Analogamente è necessario che nel Parlamento Europeo sia superata la regola del voto all’unanimità in materia di politica estera e di sicurezza dell’Unione europea, cavallo di battaglia di Paesi sovranisti come l’Ungheria e, nel recente passato, anche la Polonia. Il potere di veto, di cui automaticamente questi Paesi vengono a godere, rende impossibile qualunque azione realmente efficace, trasforma tutto in oggetto di compromessi al ribasso. Al contrario occorre adottare un meccanismo di voto a maggioranza qualificata.
Ridurre la dipendenza sui temi della Difesa
Sul fronte della Difesa, nel complesso quadro geopolitico mondiale, mai così incerto dal dopoguerra ad oggi, l’Europa deve ridurre la dipendenza dell’Unione da alleanze esterne e dagli Usa e sviluppare una vera strategia autonoma nelle questioni di sicurezza e difesa anche attraverso l’istituzione di un esercito di difesa europeo, che, peraltro, consentirebbe una maggiore efficienza delle risorse ed una maggiore capacità operativa.
La valenza politica delle prossime Europee
Per queste ragioni le elezioni europee che ci accingiamo a celebrare hanno una valenza politica straordinaria nel contesto geopolitico che viviamo. Mai come in questa occasione tensioni internazionali, conflitti aperti, incognite legate al futuro (si pensi all’importanza delle presidenziali americane del prossimo novembre) portano ad un ripensamento sul ruolo dell’Europa nel mondo, anzi, richiamano alla riaffermazione della sua sovranità.
*L’autore è componente dell’Esecutivo siciliano di Italia viva