PALERMO – Il Tribunale del Riesame riqualifica il reato da associazione mafiosa a favoreggiamento aggravato del latitante Matteo Messina Denaro. Risultato: Cosimo Leone lascia il carcere e va agli arresti domiciliari. A presentare il ricorso sono stati gli avvocati Giuseppe Pantaleo, Roberto Tricoli e Massimiliano Miceli.
Lo scorso 27 marzo Leone, tecnico di radiologia dell’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, era stato coinvolto nel blitz del Ros assieme a Leonardo Gulotta e all’architetto Massimo Gentile, responsabile dei procedimenti del servizio Lavori pubblici del Comune di Limbiate in provincia di Monza-Brianza.
Leone avrebbe avuto un ruolo nella trafila sanitaria di Messina Denaro che ha scoperto di avere un tumore da una colonscopia effettuata a Marsala il 3 novembre 2020. Il 6 novembre riuscì a farsi visitare subito da un chirurgo dell’ospedale di Mazara del Vallo e a ricoverarsi il 9 novembre per operarsi.
Ad accompagnarlo c’era sempre Andrea Bonafede, l’operaio comunale poi arrestato e condannato (anche per lui la Procura chiedeva la condanna per mafia ma, seppure pesante, gli è stata inflitta per favoreggiamento aggravato).
Il gancio interno e riservato nella struttura sanitaria sarebbe stato Leone. Il 10 novembre, in vista dell’intervento chirurgico, il latitante ha eseguito una Tac all’addome. Era stata programmata all’inizio per il 20 novembre ma fu anticipata prima al 17 e infine al 10. Era presente Leone che si sarebbe fatto cambiare il turno per esserci.
E sarebbe stato sempre Leone, il 14 novembre, a consegnare al latitante un nuovo cellulare per mettersi in contatto con Bonafede. Le vicende sanitarie sono le più delicate e si continua a indagare.
Tutti questi passaggi, secondo la Procura di Palermo, sono emblematici della partecipazione di Leone all’associazione mafiosa. Di diverso avviso il Tribunale del Riesame: Leone ha favorito il singolo mafioso.