PALERMO – Ore 17.58. Le note del silenzio irrompono davanti all’Albero che porta il nome del magistrato che abitava in quel palazzo di via Notarbartolo. Palermo ricorda Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, trentadue anni dopo.
L’anniversario della strage di Capaci è stato vissuto in maniera pacifica, dopo gli scontri dell’anno scorso. C’è stata collaborazione: i manifestanti del corteo indetto da sindacato e associazioni hanno sfilato tranquillamente. Il servizio d’ordine è apparso impeccabile.
Non sono mancati i cori: “Fuori la mafia dallo Stato! Traditori”. Ma è un’appendice inevitabile da tempo. L’antimafia è divisa in antimafie e ha assunto, suo malgrado, il ruolo di un territorio polemico.
Nel popolo di via Notarbartolo è prevalsa, tuttavia, la voglia, quasi la necessità, di vivere un momento di reciproca condivisione. C’erano le famiglie. C’erano i bambini. C’erano gli striscioni. C’erano le bandiere colorate della pace, a testimoniare il bisogno di ritrovarsi.
Il silenzio si è puntualmente fatto largo, con le sue note, alle 17.58. Ed è stato seguito da un lunghissimo applauso. Poi, la numerosa gente convenuta nei luoghi della memoria ha cominciato a sfilare, con un palpabile sentimento di commozione.
Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani ci accompagneranno come ombre dolci e familiari da qui al prossimo anniversario. E lo faranno, ogni giorno, per sempre.