CALTANISSETTA – “Non è semplice da spiegare perché si può parlare senza infingimenti di un tradimento di quello che è stato il lavoro di Falcone e Borsellino”. Lo dice all’ANSA il sostituto procuratore generale di Caltanissetta Gaetano Bono, classe 1983 il più giovane in servizio in Italia, che oggi incontrerà i ragazzi del festival di Giffoni.
“Quello che io cerco di dire sempre – spiega – specialmente quando mi confronto con i ragazzi è che la straordinarietà del lavoro di Falcone e Borsellino, degli altri magistrati, dei poliziotti dei carabinieri, dei finanzieri del pool, è proprio la loro ordiniarietà. Loro non facevano altro che il loro dovere, facevano le indagini, istruivano i processi e per questo sono stati assassinati dalla mafia”.
E aggiunge amaramente: “Ci si sarebbe aspettati da parte dello Stato il massimo sforzo possibile per addivenire alla verità e invece purtroppo dopo oltre 32 anni ci sono ancora delle zone grigie, delle zone d’ombra che non si riescono a dissipare”.
Ma Bono invita a guardare anche la forte eredità dei due magistrati uccisi: “Questo – dice – è un aspetto sicuramente negativo, però è preferibile guardare anche al positivo. Dopo 32 anni ci sono generazioni sempre nuove, sempre più giovani, ragazzi nati degli anni 2000 che ci chiedono e che conoscono Falcone e Borsellino e per loro già rappresentano un punto di riferimento. E questa è davvero una cosa straordinaria”.