Palermo, scontro mafioso per l'apertura del barbiere

Vita mafiosa allo Sperone: “Quel barbiere non doveva aprire”

Duro scontro per l'avvio di una nuova attività

PALERMO – L’arrivo di un nuovo barbiere divenne una questione mafiosa allo Sperone. L’episodio è stato raccontato dal collaboratore di giustizia di Brancaccio Rosario Montalbano quando, nel corso di un interrogatorio del maggio scorso, gli hanno mostrano la foto di Sebastiano Giordano, uno degli arrestati del blitz dello scorso marzo.

Sarebbe stato quest’ultimo a dare il via libera alla nuova apertura. Il barbiere in questione è fratello di un pregiudicato e andò a pestare i piedi al cognato di un altro pregiudicato.

Il primo cercò sponda in Montalbano che ha raccontato: “… stava aprendo un barbiere qua in via Sperone e tipo gli mettevano impedimenti per aprire…”. E gli offrì l’assist: “Ci dissi con una scusa prendo a Bastiano Giordano, mi vengo a prendere un caffè al bar… tu ti avvicini e ci apri il discorso e ti fai risolvere il problema”.

Perché tanto ostracismo verso l’apertura? “… perché dice che c’era suo cognato e non era giusto per suo cognato… aveva lasciato questo negozio e aveva aperto più avanti”. “E ci ho risolto il problema”, ha concluso Montalbano.


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