PALERMO- “Non si può ridicolizzare la lotta alla mafia, non si può mancare di rispetto a chi da anni lotta per avere giustizia, come familiare di una vittima di mafia mi sento vilipesa e aspetto ancora le scuse da Beppe Grillo”. A dirlo è Angela Ogliastro, sorella di Serafino, poliziotto ucciso nel 1991 a Palermo con il metodo della lupara bianca. Quando nell’aprile scorso, in occasione delle elezioni amministrative, Grillo aveva dichiarato a Palermo che “la mafia non ha mai strangolato i suoi clienti, limitandosi a chiedere il pizzo”, la Ogliastro era sobbalzata. “Ma come si fa a dire che la mafia non strangola? Mio fratello è stato strangolato e poi fatto sparire. Non si può dire che la mafia non strangola e che lo Stato è peggio, queste parole sono un attentato alla democrazia”.
Parole ribadite oggi, dopo l’exploit elettorale del Movimento 5 Stelle: “Non si tratta di difendere i partiti, qui è in gioco la dignità di una nazione. I ragazzi eletti mi sembrano pieni di ottime intenzioni, ma non devono identificarsi con le affermazioni di Grillo, specie con quelle fatte a Palermo sulla ‘mafia che non strangola’. Per quelle parole aspetto ancora delle scuse e le pretendo. Grillo sbaglia a sottovalutare la mafia in Sicilia, dove pure ha ottenuto un largo consenso. E oltre alle scuse vorrei delle proposte concrete per la lotta alla mafia, non mi pare che sul suo programma ve ne sia traccia”.
Sul blog di Grillo, anzi, non mancano affermazioni ambigue che sconcertano la Ogliastro. A partire da quelle contenute nel post del 27 giugno 2007, intitolato ‘Parlamento europeo e V-day’: “Le mafie in Italia contano meno dei partiti e sono più oneste, non dicono di essere democratiche e dalla parte dei cittadini”. O, ancora, si legge nel post ‘Mafie rinnovabili’ del 20 dicembre 2009, “C’é più dignità in un Provenzano che in molti parlamentari”. “Dignità in Provenzano? – sbotta Angela Ogliastro – Forse, se Provenzano avesse ammesso i suoi errori, ma non lo ha fatto”. E nella stessa pagina Grillo conclude così il suo intervento: “Di certo non si può continuare per altri 150 anni con la barzelletta, sempre meno credibile della lotta alla mafia. La mafia esiste perché esistono gli italiani, dobbiamo farcene una ragione o cambiare noi stessi”. Parole che lasciano sconcertata la sorella del poliziotto ucciso: “Non si può ridicolizzare la lotta alla mafia. Se la mafia qui prolifera è anche per la mancanza di politica. Grillo pensa forse cosi di assumere un atteggiamento diverso da quello arrogante dei mafiosi? Grillo deve chiedersi se ai suoi figli e nipoti preferisce lasciare un Paese come questo, senza memoria e senza futuro”.
La critica di Pina Maisano Grassi
“Sono ‘grillate’, fanno parte del suo carattere istintivo, ma sono frasi che mi trovano in totale disaccordo, non si può più essere superficiali”. Cosi Pina Maisano, vedova di Libero Grassi, l’imprenditore ucciso da Cosa nostra a Palermo nel 1991 per essersi rifiutato di pagare il pizzo, bolla le frasi sulla mafia scritte da Beppe Grillo sul suo blog e contestate da Angela Ogliastro, sorella di un poliziotto vittima della lupara bianca. “Per fortuna sono dichiarazioni datate, mi auguro che adesso Grillo sia cresciuto – dice Pina Grassi – Essere istintivi può essere anche un pregio e devo dire che inizialmente Grillo mi faceva molta simpatia, ma queste dichiarazioni mi trovano in totale disaccordo. Se sono frasi dette per fare spettacolo è un conto; ma ora che sta assumendo l’entità di un politico dovrebbe pensare alle conseguenze delle sue parole”.
Ma Pina Maisano Grassi commenta anche la contestata dichiarazione ‘storica’ sul fascismo della capogruppo ‘pro tempore’ alla Camera del movimento 5 stelle, Roberta Lombardi: “Occorre fare molta attenzione alla storia del nostro Paese. Evidentemente la colpa è anche degli italiani che spesso si comportano superficialmente, come se le cose che accadono da noi avvenissero per caso, ma negli anni gli stessi italiani hanno dato fiducia a Mussolini, Berlusconi e ora Grillo. Non lo accomuno a loro e non credo che Grillo sia un fascista, ma il Paese è messo molto male e occorre impiegare tutta la serietà necessaria per affrontare questi temi, magari iniziando a conoscere meglio la storia del nostro Paese”.
(Fonte ANSA)