PALERMO – Massimo Ciancimino, imputato di concorso in associazione mafiosa e al tempo stesso teste al processo sulla trattativa Stato-mafia, ha preso la parola in aula per leggere una lettera minatoria che ha detto di avere ricevuto lo scorso 27 maggio. Nella missiva che, secondo Ciancimino sarebbe solo l’ultima di una lunga serie di intimidazioni e manovre finalizzate a interrompere la sua collaborazione con i magistrati, l’anonimo lo invita a non parlare più della trattativa e a non collaborare più con i magistrati. ”Gli avevamo assicurato la protezione se avesse smesso di parlare – scrive l’anonimo – solo noi lo possiamo proteggere”.
Nella missiva si dice che molti dei giudici coinvolti nel processo, dall’attuale presidente della Corte di Assise, al Gip e ai Pm, vengono seguiti e tenuti sotto osservazione. ”Questo processo deve essere fermato – continua l’anonimo – si tiri fuori”.