PALERMO – “Il nuovo piano sanitario regionale presentato in VI Commissione appare improvvisato e completamente scollegato dal territorio. Si registra un accentramento dei servizi nelle città metropolitane ed aree limitrofe e si sguarniscono del tutto le periferie azzerando, tendenzialmente, i servizi nel territorio”.
E’ duro Totò Cascio deputato di Articolo 4 in VI Commissione servizi Sociali e sanitari. Una critica la sua che viene spiegata e circostanziata nel dettaglio
“Non si comprende – dice Cascio – come è possibile che nel rimodulare i posti letto non si tenga conto del reale indice di utilizzo e specializzazione delle strutture ospedaliere”.
Cascio fa esempi precisi: “In una provincia come quella di Agrigento nella quale complessivamente il piano prevede un incremento dei posti letto, paradossalmente i posti diminuiscono nel distretto dio Sciacca Ribera. In particolare, sempre per fare un esempio concreto, L’ospedale di Sciacca attualmente conta 26 posti fra UTIC e cardiologici con un indice di utilizzo del 125%. In pratica la richiesta è superiore all’offerta. A fronte di ciò i posti vengono tagliati. Altrove, con indici di riempimento del 70%, quindi con quasi un terzo dei posti che restano inutilizzati, la disponibilità viene incrementata. Scelte fuori da ogni logica che vengono replicate in varie altre strutture in diverse province”.
“Più in generale servirebbero scelte più coraggiose. Il piano, infatti, prevede un ulteriore incremento dei posti definiti indistinti di medicina e chirurgia. In pratica si tratta della disponibilità di ‘letti’ per malati generici che fanno crescere il numero generale dei posti ma non la specializzazione. Sarebbe stato opportuno avere il coraggio di valutare le strutture ospedaliere e assegnare maggiori posti specialistici la dove ci sono eccellenze e capacità piuttosto che procedere con un vecchio modo di fare politica sanitaria ‘generalista’”.
“Delle due l’una – incalza Cascio – o su questo piano c’è un accordo con i direttori generali e sanitari che, dunque mostrano, se non c’è cattiva fede, di non conoscere le loro stesse strutture ed il territorio che servono, o, ancora peggio, la Regione non ha tenuto in alcun conto le indicazioni provenienti da Asp e Aziende ospedaliere”.
Cascio, però, è fiducioso che il piano possa essere migliorato: “Sono certo che in Commissione potremo lavorare proficuamente con l’assessore Borsellino al miglioramento di questo piano per legarlo alle specialità ed alle esigenze del territorio, agli indici di utilizzo dei posti letto ed alle capacità delle strutture sanitarie allo scopo di rendere un buon servizio sia al bilancio della sanità che ai cittadini utenti che hanno diritto ad un sistema che funzioni bene e costi il giusto”.